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L'avventuriero di Macao

Regia di Josef Von Sternberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'avventuriero di Macao

di laulilla
8 stelle

Fuori orario ha il grande merito di riproporre uno degli ultimi film di Sternberg (1954) restituendoci un po’ dell’atmosfera coloniale delle sue opere americane degli anni 30.In particolare torna alla mente Shanghai Express.

 

 

Qui, però, al posto di Marlène Dietrich, c’è una sensualissima e ambigua Jane Russell,  Julia, nel ruolo di una spregiudicata donna, che si presenta come cantante – infatti ha una bella e profonda voce – ma in realtà cerca un lavoro e soprattutto una definitiva sistemazione…
Si innamora di lei Nick (Robert Mitchum) fascinoso avventuriero dal passato non proprio limpido: fuggito dagli USA dopo una condanna per omicidio è ora alla ricerca di un luogo in cui rifugiarsi sottraendosi agli agenti federali che gli danno la caccia.
La penisola di Macao, colonia portoghese non avvicinabile senza permesso dalle imbarcazioni oltre 3 miglia dalla costa, potrebbe fare al caso suo.

 

Lo ha raggiunto, invece, un finto agente di commercio (William Bendix) – in realtà un vero poliziotto – che lo attira in una trappola, prima di essere ucciso dagli sgherri di Vincent Halleran (Brad Dexter) boss delle case da gioco di Macao che controlla con metodi ricattatori e mafiosi, avvalendosi dell’aiuto di un poliziotto portoghese corrotto.
Vincent diventa presto rivale di Nick, attratto anche lui dalla bella Julia…

 

L’opera, per quanto datata e certo non priva di difetti – una certa ovvietà della trama – è tuttavia intrigante e si lascia seguire con piacere:  le avventure di Nick, disincantato e tenero personaggio, sempre pronto a rovesciare a proprio vantaggio le aggressioni rabbiose della gelosa Julia, si caratterizzano per la tensione erotica che domina il loro rapporto, stemperata dalla romantica e dolce ironia di lui.

Gli inseguimenti, inoltre, fino all’ultima scena, ci coinvolgono senza annoiarci: merito probabilmente di Nicholas Ray, chiamato dal produttore ad affiancare Sternberg, cui va l’intero merito dell’atmosfera irripetibilmente magica degli interni…


Quanto all’atmofera esotica –  presente nelle opere degli anni ’30 – se ne colgono alcuni aspetti, sebbene la “colorizzazione” artificiosamente aggiunta alla fine del ‘900, per abbellire la pellicola attraendo spettatori, conferisca uno sbiadito colore all’insieme. Purtroppo, non è facile vedere la pellicola originale, in bianco e nero

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