Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Elogio della prepotenza e dell’intimidazione quali strumenti di lotta politica ed esaltazione del manganello e dell’olio di ricino quali medicine per la risoluzione dei conflitti sociali. Le squadracce fasciste sono descritte da Blasetti come gruppi di buontemponi che, con quattro cazzotti, hanno messo a posto i “rossi” e fatto cessare i loro rovinosi scioperi, che danneggiavano la maggioranza silenziosa degli onesti cittadini. Qualche scorcio blasettiano è sintomo di una mano da regista di ottima scuola, memore dei sovietici e del cinema nordeuropeo. L’insieme, però, infastidisce, per l’adozione di un punto di vista ignominioso e manicheo, tanto che (al pari di “Camicia nera” di Forzano) non solo “Vecchia guardia” è oggi pressoché inguardabile senza conati di vomito, ma non piacque nemmeno alle gerarchie fasciste del 1935, cui non faceva piacere rivangare periodi di lotte civili e di gesti poco edificanti da destra e da sinistra. Pessimo per l'ideologia, mediocre nel complesso.
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