Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Il testo sacro è una favola e Pasolini riproduce questa favola con estrema fedeltà. Non c'è polemica in questo film, non ci sono accuse (stravolgere il Vangelo è fin troppo facile, volendo farlo). Conoscendo l'autore verrebbe da chiedersi perchè il regista de La ricotta affronta il Vangelo e se Pasolini nel tempo abbia cambiato la sua posizione nei confronti della religione. Al di là delle note contraddizioni (anche ideologiche) che lo hanno sempre caratterizzato, Pasolini crea questo film perchè il cattolicesimo e con esso il Vangelo sono alla base della nostra cultura. Così il Vangelo secondo Matteo è il più grande omaggio che Pasolini faccia alla madre (che recita la parte della Madonna) e alla gente povera che trova nella fede il coraggio della vita e il senso della morte (tema centrale del film). Cristo è l'unico che resta bello negli anni perchè è figlio di Dio. Gli altri personaggi invecchiano, sono senza denti, poveri, vivono nella miseria e nell'umiltà. Gli attori non professionisti danno un senso di realtà mai raggiunto da nessun altro film nella storia del cinema su argomenti sacri. E questo rende il Vangelo bellissimo, con la sua violenza verbale, con la mezz'ora buona sul primo piano di Gesù che predica e racconta parabole e insegna in qualsiasi condizione atmosferica, concentrando sulla parola e non sull'azione il senso di tutto. Lo sforzo di rappresentare il Vangelo di Pasolini viene decisamente premiato dal risultato che non può lasciare indifferenti. Il realismo diventa parte della favola e il risultato è qualcosa di mistico, ma non mistificante. Indimenticabile la voce di Cristo, la veemenza con cui predica e le urla che lancia quando lo inchiodano alla croce che fanno accapponare la pelle. Un film, un testo, un messaggio, un capolavoro.
La colonna sonora è bellissima. I pezzi classici scelti da Pasolini danno il giusto slancio alle scene sottolineandone la drammaticità (la passione secondo Matteo di Bach, la messa massonica di Mozart ecc.). Bellissimo anche l'uso della canzone congolese per sottolineare il momento di gioia della resurrezione.
Grande prova per Irazoqui che in questo film interpreta la parte di Cristo egregiamente. Il suo volto angelico, la forza del suo sguardo ci donano un Cristo inedito, più uomo e meno mistico.
E' bellissima la Madonna, giustamente invecchiata perchè in quegli anni dopo 33 anni non sarebbe potuta essere comunque ancora di aspetto giovanile. Gli occhi della madre di Pasolini sono due perle che comunicano disperazione e amore infinito.
Pasolini si concentra molto sulla parola che abbonda ed è sempre molto curata. C'è l'intento di esaltare il messaggio di amore universale e di fede intesa non in senso bigotto, ma come strumento per vivere meglio. Fede in qualsiasi valore che si basi sull'amore. Una curiosità: in questo film c'è uno dei più grossi errori di regia della storia del cinema. Durante l'issamento della croce, sotto il braccio destro di Cristo si vede passare un automobile lungo una strada che si trova nella montagna alle sue spalle.
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