Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Capolavoro da annoverare tra i migliori spaghetti western di sempre, capace, persino, di rivaleggiare con le opere del leggendario Sergio Leone. Proprio quest’ultimo, tra l’altro, citerà massicciamente il film in questione, nel suo “Giù la Testa”, seppur con un taglio meno ironico e più dolce-amaro (taglio comunque presente anche nell’opera qui oggetto di esame). La pellicola di Corbucci è ottima sotto tutti i punti di vista, a partire dall’eccellente sceneggiatura firmata, tra gli altri, dal duo Maiuri-De Rita ( le ritroveremo assieme allo script del poliziottesco “Vai Gorilla”). Il soggetto ruota tutto attorno al tema della rivoluzione e all’idea “poetica” e utopica (vedere la fine del professore) che gli ideali possono vincere anche contro un plotone di soldati armati. E che dire, poi, dei vari personaggi tutti perfettamente caratterizzati e dotati di una simpaticissima vena ironica. Molto pulp, poi, il personaggio interpretato da Jack Palance (ancora una volta nei panni del cattivo) che se ne và in giro con una mano di legno e un falco che lancia in perlustrazione per i deserti. Divertentissima la scena con Tomas Milian incatenato che ride a squarciagola, con una talpa imprigionata sopra il ventre che gli corre su e giù. Bellissimo il finale dove il regista cita esplicitamente Sergio Leone (che come detto “ricambierà il favore”).
Proprio parlando di regia si deve elogiare la prova di Sergio Corbucci, celebre per aver creato il personaggio “Django”, che qui firma, molto probabilmente, il suo masterpiece. Largo uso di zoom, riprese di particolari e inquadrature in soggettiva. Straordinarie, poi, le coreografie con i cavalli che cadono da tutte le parti e con Corbucci che strizza un occhiolino a Sam Peckinpah.
Di grande spessore anche le interpretazioni con una manipolo di attori che dire ispirato è dir poco. Difficile stillare una graduatoria dei più bravi. Complimenti a tutti, davvero.
Bene la fotografia e le scenografie.
Non si può, poi, non concludere senza fare un particolare elogio a Ennio Morricone che ancora una volta realizza un soundtrack (diretto dal braccio sinistro Bruno Nicolai) indimenticabile con il main theme “Vamos a matar, companeros” che viene lanciato in ogni scena action, esaltando lo spettatore che assiste divertito alla visione.
Imperdibile e da porre sullo stesso piano dei films di Leone. Splendido. Voto: 9
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