Regia di Bertrand Blier vedi scheda film
Patrick Dewaere e Gérard Depardieu di nuovo insieme sotto la direzione di Bertrand Blier dopo il mitico "Les valseuses". Il trio fa nuovamente scintille, la trasgressione anni '70 fa la voce grossa. Si ride, si riflette, si sobbalza... Un film perfetto!
Quattro anni dopo il capolavoro e l’enorme successo di “Les valseuses” (“I santissimi”), Bertrand Blier si avvale nuovamente dell’impareggiabile coppia Gérard Depardieu – Patrick Dewaere per confezionare una commedia altrettanto impeccabile e forse ancor più trasgressiva. Inizialmente, il film riprende il canovaccio del precedente: due uomini alle prese con una donna impermeabile a qualsivoglia emozione, libera e passiva, gentile e disponibile con tutti, ma incapace di comunicare i propri sentimenti. Con i loro goffi tentativi di ridestarla dal cronico letargo, i due strampalati protagonisti finiranno con gettarla tra le braccia di un tredicenne bisognoso quanto lei di affetto e comprensione, anche in termini sessuali.
Autore perfettamente rappresentativo di un cinema anni ‘70 libertario, quasi libertino e politicamente scorretto, inimmaginabile ai giorni nostri, Bertrand Blier realizza un film dal ritmo indiavolato, molto spinto nei dialoghi più che nelle immagini, irridente ad ogni conformismo e alla morale benpensante. Tra Gérard Depardieu e Patrick Dewaere l’alchimia è di nuovo perfetta: il primo ribelle, testa alta e petto in fuori, pronto alla battuta folgorante, il secondo sprovveduto e dalle maniere educate, elegante e più compassionevole. La complicità dei due mostri sacri del cinema francese è la molla che consente al film di correre a briglia sciolta. La comparsa di Michel Serrault nella parte finale aggiunge un tocco di raffinato umorismo ad una commedia che aveva già regalato colpi di scena a piene mani. La fissazione di Patrick Dewaere per la musica di Mozart ricorda con sottile ironia la passione di Alex per “Ludovico van” in “Arancia meccanica”. L’iniziazione al sesso del giovanissimo Riton Liebman è una scena pudica, ma di una tensione erotica che raramente mi è capitato di provare.
Meno fortunato al botteghino rispetto a “Les valseuses” (1,3 milioni di spettatori contro 5,7!), “Préparez vos mouchoirs” si porta però a casa l’Oscar come miglior film straniero nel 1979 e il César per la miglior colonna sonora al grande Georges Delerue. In competizione a Hollywood, c’era l’italiano “I nuovi mostri” di Risi/Scola/Monicelli, ma per una volta devo dire che non c’è partita.
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