Regia di Milos Forman vedi scheda film
Anche lasciando perdere i confronti con la versione di Frears, questa ha limiti obiettivi. La ricostruzione d’epoca è apprezzabile, ma dal regista di Amadeus era lecito aspettarsi di più: il film è prolisso, smussa gli angoli, ammorbidisce i toni, attenua la crudeltà (ed è una cosa strana, per Forman), si prende libertà discutibili (alla fine la marchesa di Merteuil non viene punita, ma sembra più una dimenticanza di sceneggiatura che l’affermazione della morale “i cattivi la fanno franca”). Però forse il problema principale è un cast scombinato: Colin Firth ha la faccia troppo da bravo ragazzo per fare il cinico seduttore; anche Annette Bening, tutto sommato, non ha l’aria dell’intrigante; gli occhi a mandorla di Meg Tilly le donano moltissimo, ma sono fuori posto nella Francia del ’700.
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