Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi) sono due borgatari che, nella Ostia del 1995, sbancano il lunario facendo qualche lavoretto saltuario (non in regola) come muratori ma rimanendo sempre direttamente coinvolti in un universo dedito alla microcriminalità legata a traffico, spaccio e consumo di stupefacenti. Cesare, che non riesce - nonostante i tentativi fatti - ad uscire dalla dipendenza e tutto ciò che ad essa è connesso, vale a dire rapine o altre azioni per procurarsi la dose necessaria, vive con la madre e Debora (Alice Clementi), figlia di sua sorella, morta di AIDS, purtroppo anch'essa sofferente della medesima patologia ma poi, dopo la morte della nipotina, va ad abitare in un casolare con Viviana (Silvia D'Amico), pure lei tossicodipendente; Vittorio, dei due quello più propenso a tentare di dare un taglio a tale situazione fatta di espedienti, va a convivere con Linda (Roberta Mattei) e il figlio adolescente di lei Tommaso (Andrea Orano).
'Non essere cattivo' è il terzo ed ultimo film diretto da Claudio Caligari, poco prolifico (soprattutto per vicissitudini produttive) autore piemontese di lungometraggi, il cui principale tema di fondo è l'analisi di piccole realtà criminose, ambientati tutti nelle periferie romane in periodi ben precisi, vale a dire i primi anni '80 per l'opera prima 'Amore tossico', gli anni a cavallo tra la fine degli anni '70 e l'inizio del decennio successivo per 'L'odore della notte' e, come detto prima, il 1995 per il film in questione.
Caligari, che nella sequenza di apertura cita se stesso (in campo lungo vediamo Cesare correre verso destra, con la mdp che lo segue facendo lo stesso movimento, incontro a Vittorio, che sta mangiando un gelato, così come nel film d'esordio, nell'incipit, in un'inquadratura ancora più lontana, si osserva uno dei protagonisti correre verso un amico nell'identico piazzale per iniziare un colloquio, ma il gelato è tra le mani della persona che corre), parte da presupposti pasoliniani - uso del dialetto romanesco, ambientazioni in un sottobosco composto da individui che vivono ai margini della società, che cercano in tutti i modi di tagliare i cordoni con le proprie desolanti realtà quotidiane ma, alla resa dei conti, incapaci di affrancarsi dal compimento di atti criminosi e violenti - ma li sviluppa con uno stile suo: mentre Pasolini, nei suoi primi film, ha un approccio improntato al lirismo e alla poesia nel narrare le sue storie e i personaggi che ne sono protagonisti e figurativamente ha uno spiccato gusto pittorico, Caligari punta ad un realismo ammantato di cupo pessimismo, con un'unica fievole speranza per il futuro, rappresentata dalla scena finale.
Il film, nella migliore tradizione italiana del film di genere, procede a passo spedito e privo di ricorsi a sociologismi di sorta, puntando sull'esposizione dei fatti nuda e cruda, supportato da una resa corale degli interpreti, con il duo Luca Marinelli - Alessandro Borghi sugli scudi, in una gara di bravura dov'è impossibile scegliere il più bravo.
Senza gridare al capolavoro, 'Non essere cattivo' è l'ultima testimonianza di una voce e di uno sguardo vitali e fuori dal coro di un regista che è rimasto forse schiacciato all'interno di un sistema che fagocita chi persegue vie diciamo così 'trasversali' e meno frequentate, per dare più spazio a lavori di facile consumo e presa, come ad esempio le classiche commedi(ol)e italiane che magari incassano ingenti somme ma non lasciano certo un segno in termini di creatività.
Voto: 7/8.
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