Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Caligari non dà coordinate morali, e anche quando potrebbe ripiegare nella retorica, torna a intrecciare nuovi tormenti.
Era ora di vedere un buon film di cinema italiano. Non essere cattivo sta dalla stessa parte di Le notti di Cabiria e Accattone, tanto è poco estasiato di mostrare il deserto che circonda le nostre metropoli, ma anche così fermo nella scelta melodrammatica che non la tradisce con facili emozioni. Struttura e sceneggiatura rendono i protagonisti fragili e passionali, stradaioli ma in famiglia, in fondo accerchiati e al tempo stesso protetti. Sta tutta qui la poetica di Caligari: nell'incertezza tra due strade diametralmente opposte che finiscono per incrociarsi, fondersi e di nuovo slegarsi. Prima del finale -giustamente lacrimevole- una scena bacchetta di severità la retta via, il 'percorso di redenzione': anche chi sceglie di faticare anzichè fare il criminale, si dispera giornalmente, e spesso cede alla propria debolezza. Non basta aver scelto una volta la propria strada: bisogna sceglierla tutti i giorni, e questa è l'impietosa soluzione di Caligari al dilemma morale. E' un circolo vizioso che può interrompersi soltanto con la speranza, riposta in chi verrà dopo di noi.
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