Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Intensissima avventura, dallo humor alle lacrime c'è tutto, eppure fila liscio senza forzature o sbadigli.
Due amici che combattono contro la situazione di miseria in cui si trovano in tutti i modi possibili ed immaginabili.
Un film tutto in dialetto romano, perfetto in tutti i sensi anche proprio per quel fatto. Il dialetto poi è relativo, poteva essere qualsiasi altro. Il punto è che il sentimento è forte, un sentimento che traspare da dovunque e la lingua è lo strumento fondamentale per sviscerare tutto quanto, dai sentimenti più profondi alle azioni più crudeli.
Due eroi, personaggi fantascientifici, carichi d’onore. Due persone che, malgrado disposti a tutto, con la famiglia mai hanno il coraggio d’alzare un dito o la voce, personaggi che – tutto sommato – neanche hanno il coraggio d’ammazzare.
Un film disperato che però, in mezzo alla violenza e alla brutalità, trova spazio per attimi commoventi e comici che però mai premono l’acceleratore, mai escono dalla trama, mai viene da distrarsi o annoiarsi. Tutto è intenso, sentito, mai di troppo. Due perdenti e le loro storielle che si accumulano per un’avventura che dimostrerà quanto siano umani e quanto il male sia ineluttabile quando ci caschi dentro.
Attori scelti benissimo, i protagonisti su tutto, non i soliti mattatori che tanto vanno di moda da qui a trent’anni. Due attori veri e propri che rendono benissimo la fame con la quale i personaggi si aggrappano alla vita in tutti modi con l’energia di chi ne sa una più del diavolo.
Un film che sarebbe potuto essere stato diviso in tre parti ma che mantiene solo le prime due, per la terza riserva solo gli ultimi cinque minuti. Un film che non è solo un’apologia sul combattere per ottenere ma è qualcosa di più spiazzante, una morale che solo alla fine si mostrerà realmente e che, a differenza dell’impostazione del film, è amarissima.
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