Regia di Tay Garnett vedi scheda film
Pittsburgh, fine ’800: una ragazza va a fare la governante nella villa del proprietario dell’acciaieria dove suo padre aveva perso le gambe in un incidente; il primogenito del magnate si innamora di lei, ma la loro relazione è ostacolata dai contrasti insanabili tra le due famiglie. Melodramma in costume dallo sfondo vagamente sociale, che ha il solo difetto di essere troppo carico; un turgore enfatico di scene madri, culminanti nello scontro mortale fra i patriarchi Donald Crisp e Lionel Barrymore, e varie complicazioni inutili: i troppi figli del ricco e le loro relative vicende sentimentali, gli scrupoli religiosi provenienti dal retaggio irlandese dei poveri, il personaggio del sindacalista che fornisce lo spunto a un accenno di triangolo (e che, doppiato da Sordi, fa inevitabilmente sorridere). Ogni tanto si capisce che vorrebbe essere L’orgoglio degli Amberson, ma resta lontano dalla finezza del modello. E Greer Garson, sarà poco gentile dirlo, ma è un po’ attempata per il ruolo: del resto fra lei e Gregory Peck correvano 12 anni di differenza.
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