Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film
Passo falso di Salvatore Samperi, ottimo regista coinvolto in una produzione priva di mezzi e con buona parte di giovani attori terribilmente incapaci. Grottesco lavoro, limitato da parlate regionali (anche in dialetto bolognese), che però strappa qualche sorriso.
In un paesino balneare due gruppi rivali - composti da ragazzi in vena di scherzi - sono in contrasto tra loro. Uno è guidato da un figlio borghese benestante, l'altro da uno spiantato. Tra loro si intromette Karen (Lara Wendel), una ragazza in fuga dal suo uomo perché costretta a prostituirsi.
Lara Wendel e Massimo Ciavarro
Samperi, ottimo regista in altre occasioni, si trova coinvolto, probabilmente per questioni "alimentari", alla direzione di questa produzione di basso profilo, realizzata sulla riviera adriatica (buona parte a Gabicce) che guarda al successo del frizzante film diretto da Vanzina (Sapore di mare) e al classico Amici miei. Gira con competenza ma il cast è composto da attori debuttanti o quasi, destinati a mai emergere per qualità interpretative. Sicuramente divertente quando non spassoso a livello locale, per la parlata con inflessioni e termini dialettali bolognesi data la presenza di macchiette esilaranti, anche icone regionali (Pippo Santonastaso, il cantante Dino Sarti e il guardiano notturno) al fianco di caratteristi del cinema trash (Piero Barzocchini/Peter Bark, già piccolo Michael ne Le notti del terrore di Andrea Bianchi). Vai alla grande funziona poco, e "grottescamente", solo quando cita parodiandoli alcuni classici (L'uccello dalle piume di cristallo o, da sbellicarsi, ET - L'extraterrestre) e nella messa in scena di ripetuti scherzi giocati dai burloni a danno di persone comuni. Ma rimane impresso soprattutto per la miseria del budget e per recitazioni in genere peggiori di quelle offerte da qualche studente in occasione di una recita scolastica. Musiche di Claudio Simonetti con inserimento di Vita spericolata (Vasco Rossi) sui titoli di testa, un brano all'epoca appena uscito ma che sarebbe poi diventato di culto.
A sinistra: Pippo Santonastaso
"Quel giorno volle esagerare: rise al funerale e, di sera, tossì al concerto." (Antonio Castronuovo)
F.P. 06/12/2020
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