Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
Willy Pareto è un unicum nella carriera di Riccardo Freda: questa è infatti la prima e anche l'ultima volta che il regista lo sfrutta come pseudonimo. Già che c'è, però, ne approfitta per utilizzarlo in triplice veste: oltre che dietro la macchina da presa, Pareto è accreditato nei titoli di testa per la sceneggiatura insieme ad Alessandro Continenza, con la collaborazione di Gunther Ebert (dal racconto A room without door - sic - di Richard Mann) e dialoghi di Andrè Tranchè, così come per il montaggio in collaborazione con Bruno Micheli e con assistente Gertrud Peterman. Si tratta di una delle ultime pellicole di Freda, notoriamente amante del macabro e del thriller e qui dunque del tutto a suo agio, peraltro con un budget apprezzabile; rimane però da constatare che il ritmo del lavoro è parecchio blando, cosa che per il genere ovviamente non è molto d'aiuto, e che di conseguenza anche la tensione latita, riducendo il potenziale dell'opera, alla quale non mancano anche una manciata di lieve erotismo e un pizzico di effetti sanguinolenti. La risoluzione ben poco impressionante della 'scena madre' conclusiva parla da sè. Luigi Pistilli, l'irlandese Arthur O'Sullivan, Dagmar Lassander, Dominique Boschero e Valentina Cortese sono gli interpreti principali; dai cognomi si può notare la triplice nazionalità del film, italo-franco-tedesca. Musiche ben assestate da Stelvio Cipriani. 3/10.
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