Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
A Dublino, un maniaco omicida uccide donne con un rasoio, sfregiandone il volto con del vetriolo. Tutte le vittime risultano essere in rapporto di intimità con un ambasciatore. Per poter investigare con maggiore discrezione sul diplomatico, la polizia richiama in servizio l'ex ispettore John Norton, in passato espulso dalle forze dell'ordine per la propria brutalità.
Riproposto più volte nel corso del tempo con giudizio di mediocrità totale, io, invece, a seguito di questa mia ulteriore rivisione l'ho trovato semplicemente sublime.
Non c'è tregua che tenga o calo di tensione e i plot twist si susseguono a catena.
È evidentissima la voglia di Riccardo Freda (qui accreditato con l'insolito pseudonimo di Willy Pareto) di mettere in risalto il suo gusto estetico di raffinatezza: dalla casa e le abitudini di una certa diplomazia di provincia fino alle strade e locali di una Dublino immersa nella perdizione del tempo.
Anche se la spiegazione del titolo è piuttosto banale (una spicciola metafora riassunta in venti secondi in un'ora e mezza di film), la parte gialla, escludendo alcune lungaggini francamente evitabili, funziona discretamente e anche il finale, pur leggermente eccessivo, è sorprendente, anche per l'improbabilità e l'assenza di un movente vero e proprio del colpevole
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