Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Un cortometraggio piuttosto celebre di Charlot, che si guarda volentieri anche oggi.
Per il 1916 il primo film che mi vedo è questo. Chaplin nel 1916 è ormai ricchissimo, continua a firmare contratti sempre più ricchi; la Mutual lo ricoprì d'oro, cavalcando la Charlot-mania che ormai imperversava negli USA. In un anno venne pagato l'equivalente (più o meno) di 20 milioni di dollari di oggi.
Il film in questione è carino, comincia in maniera un po' cialtrona, in città, con Charlot che chiede la carità dopo avere suonato il violino, e con inseguimenti che magari potevano essere spassosi un secolo fa. Trova poi, nei suoi vagabondaggi, una ragazza tra gli zingari (in realtà, rapita a suo tempo dagli stessi, secondo un immortale clichè). Riesce a liberarla e fuggire assieme a lei (qua sì, ci sono scene che fanno sorridere); quindi il film assume un aspetto malinconico, con Chaplin innamorato ma pare non corrisposto, anzi, lei perde la testa per un pittore che incontra nei campi e che le fa un ritratto. Grazie a questo, verrà riconosciuta e riportata alla sua famiglia. Nel finale, Charlot dimostra la sua proverbiale dignità, mentre la ragazza, in un sussulto di nostalgia, va a riprenderlo, forse pure dimostrando un amore poco plausibile.
Il tutto è caruccio, discreto; un cortometraggio facilmente reperibile su Youtube ma pure su Wikipedia.
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