Regia di Jean Becker vedi scheda film
Un filmetto di quelli da vedere e dimenticare, fatto su misura per il periodo di sbruffonerie tutte francesi, di cui Belmondo è campato autodistruggendosi. Eppure il film è curato sia nel cast che dal lato tecnico e con un regista, figlio di cotanto padre, che dopo questi esordi è riuscito a darsi una linea ben distinta, fortunatamente; i dialoghi e anche collaborazione alla sceneggiatura sono curati dal bravissimo Audiard, che anche lui ha lasciato buona traccia con il figlio (Il Profeta).Il vizio capitale del film è che tutto è stato costruito sul personaggio spavaldo dell'attore, che forse in Francia in parte ha anche funzionato, ma fuori non ha dato grandi frutti e questo ne è un esempio.
Storiella tutta in funzione dell'agilità esagerata del divo, che a lungo andare stanca
Fa del suo meglio agendo con ironia, ma il percorso è quello che è
Una serie quasi infinita di di questi personaggi gli hanno fatto cambiare il percorso di grande cinema con cui aveva inziato
A lei faceva comodo partecipare ed ai francesi per motivi di coproduzione l'accettavano, un nome saltato furoi con i film di Germi, naturalemnte.
Attrice tedesca, dal volto bello ed interessante, ma i suoi film non sono stati mai legati al grande cinema
Attore bravo, qui in vacanza
Partecipazione graziosa, come sempre
Grande caratterista inglese, dal volto indimenticabile
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