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We Are Still Here

Regia di Ted Geoghegan vedi scheda film

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La recensione su We Are Still Here

di Furetto60
5 stelle

Ennesimo "horror" su case infestate. Niente di nuovo. Appena passabile

Dopo la tragica scomparsa dell’unico figlio, in un incidente d’auto, Paul e Anne si trasferiscono in una grande casa nel New England, dove sperano di elaborare il grave lutto che li ha colpiti e già questa non sembra una buona idea;la villa è isolata nel bel mezzo del nulla e intorno c’è solo neve e a qualche km di distanza una minuscola cittadina, con un unico  fast-food. Alcuni segnali, il solito campionario di rumori, scricchiolii, manifestazioni varie,  per i frequentatori del genere nulla di nuovo, fanno credere ad Anne che lo spirito del figlio sia presente “in loco” e aneli un contatto, cosi, Anne si rivolge  ad una coppia di amici, sedicenti medium, invitandoli a trascorrere il week-end lì con loro; con una seduta spiritica ”fuori dagli schemi”, per così dire, si appura che nella villa, non c’è lo spirito del figlio morto, bensì un’entità oscura putrescente, e ustionante, che con cadenza trentennale reclama il suo tributo di sangue, sapremo poi, a causa di un grave torto subito dagli antichi inquilini. L’elettricista chiamato per aggiustare la caldaia è la prima vittima ,a seguire il figlio della coppia di spiritisti e la sua fidanzata, che avevano raggiunto i genitori presso la casa “maledetta” insomma si aprono le “danze macabre” Il film è un meticoloso collage che raccoglie gli  elementi classici degli horror anni 70/80 :una famiglia segnata da una tragedia, una casa con un segreto inconfessabile, due vicini sospettosi, una coppia di amici “hippy fumati”, con l'hobby dello spiritismo, quasi una parodia dei coniugi Warren di The Conjuring ,un paese abitato da figuri ambigui e diffidenti, un demone vendicativo e soprattutto il contesto storico, la storia è calata nel 1979; insomma quello del regista Geoghegan è il più tipico degli horror “vintage” con citazionismo dichiarato, sciorinato a più non posso. Un racconto derivativo che guarda a Fulci, a Carpenter e soprattutto a Wan e alla sua saga, attingendo a piene mani dai cliché del cinema di genere, per poi imboccare la strada dello splatter più estremo, una vera mattanza, un “gore old style ”.Considerazione a parte per la location, il “quid” in più, ovvero quel New England, pregno di mistero e con una natura meravigliosamente magnetica e talvolta ostile, cornice perfetta per  le Ghost-stories, dove infatti sono ambientati sia la saga di  “The Conjuring”, che il film “feticcio”  di Fulci, e che ha dato i natali a molti scrittori, come  Lovercraft, Dan Brown e Stephen king, il quale ha collocato nel  Maine dove vive, molte delle sue storie, nelle città immaginarie di Castle Rock, o Derry. Che dire? L’ennesimo film sulle case infestate, nemmeno tanto male, ma senza alcuno spunto originale

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