Regia di Jörg Buttgereit, Michal Kosakowski, Andreas Marschall vedi scheda film
Pellicola ad episodi 'attraente' per la presenza di registi del gore tedesco.Un trittico di corto e mediometraggi che non convince appieno. L'operazione 'nostalgia', nel caso del primo regista all'opera, Jorg Buttgereit, rimane una mera speculazione dal risultato altalenante. Solo il primo episodio merita menzione (dal citato autore di Nekromantic)
Nello sfondo di una Berlino da 'interni' e da 'esterni' diabolicamente pericolosa ed angosciante si dipanano, senza soluzione di continuità, i tre episodi di questa opera voluta principalmente dal regista meno noto dei tre presenti cioè Michal Kosakowski (anche produttore) che insieme al veterano Jorg Buttgereit ed Andreas Marshal girano questo 'incubo' teotonico farcito di sequenze splatter ben realizzate e dal forte impatto visivo.
La sciatteria del primo girato di Buttgereit lascia spazio ad effetti speciali in cui si intravede maggior dispiego di forze produttive e di tecnica registica, una colonna sonora 'attualizzata' e degli inserti visivi, fintamente vintage, di buona fattura.
Svelo le carte dicendo che per il sottoscritto il principale motivo di interesse di questo 'German Angst' risiede nella presenza nel trio registico coinvolto dell'autore di culto indie-estremo Jorg Buttgereit che non aveva girato inediti, degni di questo nome, dall'epoca del suo ultimo lungometraggio 'Schramm' del 1993. Coloro che, come me, avevano apprezzato la 'poetica' malsana e nichilista del suo 'Nekromantic' non potevano che guardare incuriositi a questa operazione che vedeva impegnato Buttgereit nel primo episodio dal titolo 'Final girl'.
Si può affermare, senza pericolo di essere smentiti, che nonostante il limitato minutaggio, circa 25 minuti di girato rispetto agli altri due dalla trama più strutturata, questo episodio iniziale risulta il più riuscito: una angosciante e macabra esecuzione all’interno di un non ben definito menage familiare!
Poca trama, voce fuori campo, tanto sangue ed atmosfera decadente ben riprodotta.
Purtroppo finisce in un battibaleno e gli altri due episodi: 'Make a wish' (esprimi un desiderio)... e 'Alraune (Mandragora), seppure tecnicamente ineccepibili, non sono ‘il pugno allo stomaco’ che onestamente speravo mi venisse inferto.
Nel secondo episodio si assiste alle vessazioni di una banda contro una coppia di giovani innamorati sordomuti ed al potere del loro magico amuleto; il terzo episodio può essere sintetizzato come la rappresentazione visiva dell’effetto delle sostanza psicotrope (in questo caso un’erba leggendaria) che può avere sull’uomo risultando, in sostanza, un apologo sulle dipendenze.
Da notare che il regista dell’ultimo episodio ha nel proprio carniere la fama di aver realizzato il film ‘Masks’ (consigliatissimo) per alcuni opera anch’essa di culto: un tributo al cinema italiano anni 70 e nella fattispecie a ‘Suspiria’ di Dario Argento a cui l’opera è ispirata.
Insomma una operazione salvata solo dal vecchio Buttgereit che dimostra di trovarsi a proprio agio anche avendo a disposizione buoni attori ed un badget decente invece che i pochi spiccioli con cui doveva girare alla fine degli anni 80.
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