Regia di Marco Risi vedi scheda film
Blanda e sconclusionata farsaccia che ha come suo unico pregio quello di avere così poche idee da non riuscire ad eccedere nella volgarità o nel risibile. Buzzanca viene riciclato nel suo ruolo - ahilui - più celebre, cioè quello del maschio decerebrato vorace di sesso facile, rendendo ancor più triste l'ambiente. Francesco Salvi, con la sua demenzialità infantile ed incomprensibile (che curiosamente tanto bene si accoppia con la recitazione sciatta e le battute squallide di Calà), viene tenuto a bada dal ruolo di spalla e non riesce a seminare più di tanti danni. Il novanta per cento del film si svolge dentro ad una stanza; la trama si risolve, dopo un impasse lunghissimo ed altrettanto noioso, grazie ad un 'colpo di scena' gratuito e pretestuoso (l'entrata in scena di una 'ex' di Calà, che scatena le gelosie della francesina: lei si fa montare da lui, e vissero tutti felici e contenti). Film che fin dall'arredamento simboleggia gli anni '80: edonista, crasso, superficiale ed irrispettoso verso l'intelligenza media del pubblico. Venticinque anni dopo è ancora lo stesso di allora: semplicemente spazzatura.
Giacomo, figlio unico, ha 26 anni, studia architettura con esiti disastrosi e vuole andare a vivere da solo: accontentato. I genitori gli regalano una mansarda enorme e lui ci si trasferisce, sognando la libertà. Invece arrivano un invadente vicino erotomane ed una serie di ospiti rumorosi, fastidiosi, improbabili. Fra questi, la francesina Françoise che sta cercando un uomo. Dopo averne testati una miriade davanti agli occhi di Giacomino, si concede a lui.
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