Regia di Thomas Bidegain vedi scheda film
Candidato a svariati César, i premi cinematografici francesi, arriva pure il polpettone inter culturale dell'esordiente Bidegain, peraltro ottimo sceneggiatore di film molto più importanti e riusciti come "Il Profeta" e "Un Sapore di Ruggine e Ossa". Bidegain decide di ambientare la vicenda in una famiglia di un paesino francese, in cui il festival country pare il principale avvenimento dell'anno. Almeno fino a quando la figlia si dà alla macchia, fra una "line dance" e l'altra, con un ragazzo musulmano e decide di non tornare più a casa. Il padre non accetta la cosa e comincia una sua personale ricerca, distruggendo tutti gli equilibri familiari. Questo, almeno, è l'accadimento della prima parte del film, noiosissima, reazionaria, finta. Dopo un certo avvenimento, inizia tutt'altra pellicola, unita alla prima parte solo dalla fotografia patinata che la permea dall'inizio alla fine, ancora peggiore, se possibile, della prima, in cui buoni sentimenti, un J.C. Reilly totalmente fuori parte, (che ci fa qui dentro?), Islam più o meno moderato, vere e proprie didascalie dei principali attentati terroristici che, nel frattempo, si susseguono nel mondo, e storie senza capo né coda, s'intrecciano più o meno a caso, più o meno frettolosamente, per portare a termine un film imbevibile e che vuole essere sciaguratamente riconciliante. Non ce la fa, non c'è spessore, troppi temi mai approfonditi e un sensazione di noia perenne e soffocante. Un film brutto, un qualcosa che potrebbe avvicinarsi ai film peggiori della danese Susanne Bier. Si salva solo la colonna sonora, almeno per me che amo il country & western. Adieu.
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