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Cowboys

Regia di Thomas Bidegain vedi scheda film

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La recensione su Cowboys

di alan smithee
8 stelle

locandina

Cowboys (2015): locandina

FESTIVAL DI CANNES 2016 - QUINZAINE DES REALISATEURS

La Francia delle praterie e degli allevamenti ha un qualcosa che ci ricorda il Far West e i cowboys: ancor di più se la gente locale ama le atmosfere e la musica country, e ancor di più radunarsi in feste dal sapore ruvido e caloroso del vero country, con tanto di musica e balli adeguati a quello che è un vero e proprio stile di vita, o addirittura una cultura.

Dirante una di queste feste o sagre di paese in stile Far West, una ragazza scompare da un momento all'altro lasciando nel sdolore e nell'anzia e genitori ed il fratello èiù piccolo.

Siamo nel 1994. Il padre non si dà pace, e scopre che la ragazza potrebbe essere fuggita con un coetaneo musulmano di idee reazionarie vicine ai movimenti più reazionari e pericolosi, che tramano azioni vendicative contro l'Occidente ed i suoi infausti influssi tentatori e blasfemi.

Finnegan Oldfield

Cowboys (2015): Finnegan Oldfield

Quando una disgrazia si porta via il padre, rimarrà al figlio, ormai cresciuto e quasi un uomo, cercare di trovare le tracce della sorella. Intanto l'11 settembre ed altri gravissimi attentati spingono verso una guerra vera e propria le tensioni tra il mondo occidentale e quello orientale. Alain diviene volontario nella croce rossa in Pakistan e lo fa soprattutto per trovar pace nel suo cuore e ritrovare e salvare la sorella.

Per lui l'inizio di una odissea in cui rischierà molto, ma che gli permetterà di trovare, se non la sorella, una situazione favorevole per una svolta verso un nuovo nucleo familiare.

L'esordio nel lungo di Thomas Bidegain, salutato con molto favore al Festival di Cannes, rischia molto introducendo personaggi e situazioni che si accumulano e mettendo sul fuoco troppa carne, col rischio che si bruci. 

François Damiens, Agathe Dronne

Cowboys (2015): François Damiens, Agathe Dronne

Tuttavia la sceneggiatura, modulata con una certa oculatezza, riesce a prendersi il suo tempo per chiarire e raccontarci una odissea familiare che sfocia nel conflitto razziale e con sfaccettature ardite che vanno dalla discriminazione, al terrorismo che ci coltiviamo a casa: argomenti scomodi, scottanti e spinosi che, pur affastellati tra di loro rivelano ognuno una propria compiutezza fino ad avviare la vicenda verso un finale coerente e lucido: magari a tratti poco probabile e romanzato, ma emotivamente molto efficace.

Ottimi sia il noto attore Francois Damiens, in un altro ruolo di padre, (visto, tra gli ultimi, ne La famille Beliers e Dio esiste e vive a Bruxelles) e il giovane Finnegan Oldfield, (The Wakhan front) bello sguardo che comunica decisione ed intraprendenza.

John C. Reilly in un ruolo di laido approfittatore, appare in uno dei suoi sempre più frequenti camei in produzioni europee, e la sua fisionomia risulta pertinente in ogni circostanza, buono o cattivo, bizzarro e normale che sia il personaggio di cui si impossessa.

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