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21 Nights with Pattie

Regia di Arnaud Larrieu, Jean-Marie Larrieu vedi scheda film

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La recensione su 21 Nights with Pattie

di fratellicapone
6 stelle

...la vita nella tranquilla campagna francese riserva molte sorprese...

La bella Caroline, una donna non giovanissima ma molto attraente, torna nella casa della mamma Zaza che è appena morta. E’ l’unico parente e dovrà occuparsi di tutto. Zaza, avvocato di successo e sempre in viaggio, aveva questa grandissima casa in qualche parte della Francia verso il confine con la Spagna, giacché nel film viene spesso menzionato un vento che arriva dalla Spagna. La casa è in un posto molto isolato con altri piccoli nuclei di case sparsi lontano. Sembrerebbe un film tragico, occuparsi delle tristi incombenze connesse alla morte della madre, svuotare la casa e vendere tutto e quanto di più triste capiti nella vita di un figlio.

Ma non è così. Zaza per la figlia Caroline di fatto era un’estranea. Sempre presa dai suoi viaggi e da una vita intensa non aveva nessun rapporto con la figlia.

La casa e Zaza erano accudite da Pattie una prorompente donna molto rilassata e che ama gli uomini e la compagnia. A casa in quel periodo vivono altri uomini che sono lì per il lavori agricoli nella proprietà di Zaza. Il colpo di scena è la scomparsa del corpo di Zaza e il mistero che avvolge la sparizione. Questo fatto così inspiegabile mette in moto una serie di situazioni imprevedibili e confuse. In primo luogo Pattie passa molto tempo con Caroline e le racconta le sue passione per il sesso, che domina la sua vita. I suoi incontri con gli uomini riferiti con un’innocente sincerità ed entusiasmo in tutti i suoi dettagli e Carolina la guarda divertita ma anche un po’ sconcertata. Il mistero del cadavere scomparso si infittisce, non si trova da nessuna parte. Interviene la polizia con un improbabile capitano che avanza fantasiose teorie di necrofilia di un vecchio amante di Zaza. Arriva un affascinante signore che si scopre essere un amante passato di Zaza e nella casa c’è una stanza dedicata a lui, la stanza dello scrittore, perché è uno scrittore di successo.

Il corpo di Zaza riappare in un’altra stanza su un altro letto e anche in forma di fantasma che danza. Caroline da questa atmosfera tra il sogno e la realtà sembra perdersi in un’aurea di sessualità che pervade la storia e i balli che le varie contrade organizzano per festeggiare l’estate. Alla fine tutto torna nella normalità. Il marito la viene a trovare con i figli e lei riscopre nel rapporto con il marito una passione che forse prima non c’era o se c’era si era persa da anni.

Il film ha buoni ingredienti: la natura, i personaggi che sembrano un po’ sognanti e affabulatori ma sicuramente ottimi compagni per una vacanza, il mistero sulla scomparsa del corso e della sua riapparizione, la sessualità che pervade il film e che forse ne costituisce la rete che lo tiene insieme.

Il film è godibile entro questi limiti come una vacanza in una bellissima campagna insieme a persone simpatiche e inusuali nella loro franchezza. C’è una certa difficoltà a gestire tutti questi elementi per tutta la durata del film (quasi due ore) e alla fine la storia diventa inutilmente prolissa e spesso difficile da decifrare.

 

 

(film visto in francese, con sottotitoli, nella rassegna dell’Istituto culturale francese di Palermo)

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