Regia di William Wyler vedi scheda film
Film classico e di gran classe classificato al 4° posto nelle commedie romantiche di tutti i tempi, con grandi meriti direi.
La Roma ripresa da Wyler con mano leggera e occhio attento a svelare le bellezze della città senza sbatterle in faccia allo spettatore colpì il pubblico di oltre oceano all'uscita del film in cui viene mostrata la vivacità della capitale italica popolata da gente spensierata e felice di essersi lasciata alle spalle l'incubo della guerra, fu proprio l'acclamato regista di origine tedesca a voler girare il film in location opponendosi ai produttori che volevano assurdamente ricostruire gli ambienti ad Hollywood e fu anche sua la scelta dei due attori protagonisti: Peck era la riserva di Cary Grant al tempo e in pratica leggeva tutti i copioni che avevano sopra le impronte digitali del suo rivale il quale scartò il ruolo del giornalista squattrinato Joe Bradley perchè si riteneva troppo vecchio per flirtare con una controparte neppure ventenne, il personaggio della principessa Anna che fugge dal suo alloggio reale stanca delle costrizioni di protocollo fu invece assegnato in un primo momento a Jean Simmons che poi rinunciò per motivi personali lanciando in pratica la carriera della diafana Audrey Hepburn che con i suoi occhi grandi e scuri si rivelò perfetta per il ruolo, come previsto da Gegory Peck questa interpretazione le fece vincere un Oscar all'esordio, sono entrambi meravigliosi nei
rispettivi ruoli oltre che molto affiatati e la loro avventura fra le bellezze della capitale è entrata nel cuore degli amanti del cinema classico e romantico, anche noi che siamo figli dello stivale dalla pelle deteriorata riusciamo a farci ammaliare a distanza di anni dalle immagini di una Roma che non c'è più, almeno per atmosfera.
La scena della bocca della verità è la prova lampante della coesione fra i due protagonisti e la fortunata direzione di Wyler che pur essendo un perfezionista abituato a girare una scena a più riprese si sentì assolutamente soddisfatto dell'unico ciak ottenuto senza far sapere alla Hepburn lo sviluppo dell'azione: lo stupore dell'attrice all'urlo di Peck che tira fuori la mano dalla bocca di pietra nascondendola nella manica è assolutamente genuino.
Nota di merito anche a Eddie Albert nel ruolo del fotografo braccio destro di Bradley, sarà che questo attore lo conosco fin troppo bene per i ruoli da carogna nella terza età della sua carriera per cui vederlo in un ruolo lontano parente del Paparazzo felliniano è stato un vero piacere.
Il giro in vespa, la carrellata a Piazza di Spagna, la scoperta della Fontana di Trevi e la festa sulla pista da ballo galleggiante sul Tevere sotto Castel San Pietro sono sequenze entrate nella memoria storica del nostro paese visto dagli occhi delle star di oltre oceano, il tutto incorniciato da un regista che a sua volta era un monumento fra i monumenti.
Bello anche il finale che non concede un lieto fine ma lascia comunque sperare in un nuovo incontro sotto le stelle della capitale sempre testimoni e testimoni da sempre di grandi amori al cinema e per il cinema.
Il titolo del film è diventato anche un brano incredibilmente bello e d'atmosfera dei mitici Matia Bazar che non a caso sembra fuoriuscire dalle immagini o le completa musicandole se preferite, sta di fatto che Vacanze Romane con protagonista la Hepburn o la Ruggero è sempre un bel momento di magia artistica.
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