Regia di William Wyler vedi scheda film
La trama di “Vacanze romane” è stata definita dal Morandini “una versione monarchica di Accadde una notte di Frank Capra”: una principessa stanca dei rituali di corte fugge in incognito a Roma e incontra un bel giornalista americano, di cui si innamora. Il film ebbe un grande successo internazionale, fu il primo della lunga serie di pellicole della “Hollywood sul Tevere” ed ebbe il merito di lanciare come star Audrey Hepburn, che prima di questo film aveva fatto solo qualche rapida comparsata sul grande schermo, e vinse subito l’Oscar come miglior attrice protagonista. Rivista a settanta anni di distanza, è ancora una commedia gradevole che ha il suo maggior pregio proprio nell’ottima performance della Hepburn: l’attrice dimostra un’ammirevole freschezza e spontaneità, riesce ad esprimere un’ampia gamma di emozioni con una recitazione credibile e mai forzata. Al suo fianco, Gregory Peck è una presenza simpatica, scanzonata ma forse non altrettanto incisiva, mentre fra i caratteristi si fa notare soprattutto Eddie Albert che garantisce un po’ di sano divertimento con alcune gag basate sulla fisicità, soprattutto quando Peck lo prende ripetutamente di mira per dissimulare il suo intrallazzo con la principessa. La sceneggiatura è firmata da Dalton Trumbo, allora sulle liste nere di Hollywood dovute al maccartismo, e bisogna riconoscere che produce un risultato ancora decisamente piacevole, pur non andando molto oltre lo standard di una love-story un po' prevedibile, con il contorno di personaggi italiani ridotti a macchiette piuttosto facili (basta vedere le apparizioni di Paola Borboni e di Tullio Carminati per rendersene conto); la regia di Wyler non sarà ispirata come nelle sue prove migliori come “Ombre malesi” o “I migliori anni della nostra vita”, ma allo stesso tempo dirige conferendo un forte valore iconico a sequenze che sono divenute giustamente famose, dalla corsa in Vespa per le vie del centro alla rissa nel dancing sul battello vicino castel Sant’Angelo, dalla visita alla Bocca della Verità al finale, decisamente poco glamour, e riesce nel complesso ad allontanare il sospetto della Roma da cartolina. "Vacanze romane" è un prodotto rifinito e di buona fattura, magari non una delle migliori commedie romantiche della storia del cinema come vorrebbero i suoi fan, ma un film che appartiene comunque alla memoria cinefila di numerose generazioni e che merita rispetto per tutto ciò.
voto 8/10
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