Regia di Santiago Mitre vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - SEMAINE DE LA CRITIQUE - GRAND PRIX NESPRESSO
Un buon film, questo argentino PAULINA (La Patota), remake di un film omonimo del 1950 del connazionale Daniel Tinayre, presentato qui al Festival alla Settimana della Critica, e di cui il regista Santiago Mitra ha cercato di riadattarne, attualizzando il contesto umano e civile odierno, la drammatica vicenda.
Paulina è la figlia venticinquenne di un celebre avvocato che la vorrebbe in studio assieme a lui per continuarne la carriera, ma che invece sceglie di fare l'insegnante di materie civiche e legali presso le scuole dei quartieri più degradati della zona.
Una notte mentre rincasa sul motorino di una collega, viene aggredita da un branco di giovani, capitanati da un giovane frustrato per essere stato lasciato ed umiliato dalla fidanzata.
Lasciata svenuta nel bosco, la giovane trova la forza di raggiugere la città e denunciare il fatto.
Tuttavia scoprendosi incinta dopo quel brutale episodio, Paulina cambia idea sulla comprensibile decisione di abortire, sentendo dentro di lei un sussulto vitale che le impedisce di procedere come tutti le consigliano, specie in famiglia.
Paulina è stato definito un “thriller sociale” e spicca per la determinazione fiera ed indomita di un personaggio che ha in sé i tratti dell'eroina epica e d'altri tempi, della santa laica che non si ferma davanti a belle frasi ma dà il buon esempio sulla propria pelle-
Alla riuscita della pellicola collabora con un contributo fondamentale la bella e tenace protagonista, Dolores Fonzi, sguardo mite e forte nel contempo, dai lineamenti piacevolmente spigolosi sui quali una regia amorevole incede nel finale toccante in cui la macchina non riesce a staccarsi dal suo volto tenace, solo leggermente impaurito ma sostanzialmente fiero della ardua decisione assunta.
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