Regia di Michel Gondry vedi scheda film
Un magico film sulla fine dell'infanzia. Piacerà a chi ha amato "Stand by me" e "Gli anni in tasca"
I film con protagonisti bambini e preadolescenti corrono sempre il rischio di apparire leziosi, retorici, buonisti, anche perché far recitare i giovanissimi non è facile, occorra molta abilità - e notevoli capacità psicologiche - per impedire che la loro spontaneità innata di traduca in un birignao odioso alla Shirley Temple. E tuttavia, quando si riesce a far sì che i bambini restino bambini e non scimmiette parlanti, i risultati di solito non deludono - anzi, sono spesso sorprendenti. È il caso di questo lavoro di Gondry, che riporta sullo schermo quella "grazia" e quella "pelle dura" che, secondo, Truffaut, costituiscono le caratteristiche principali dell'infanzia e della prima adolescenza. C'è molto Truffaut in questo film: più ancora che l'Antoine Doinel dei "400 colpi", cui potrebbe rimandare il personaggio di Gasoline, c'è l'armosfera e l'ambientazione di quel forse misconosciuto gioiello che è "Gli anni in tasca" (si veda la resa dell'ambiente scolastico, la dolcissima storia dell'infatuazione di Microbe per la compagna di scuola - dolcissima, ma mai melensa!, il racconto della vita di provincia visto attraverso gli occhi dei ragazzi, la madre depressa di Microbe e quella 'cattiva' perché malata di Gasoline). Ma c'è, soprattutto, il ricordo di un classico della cinematografia d'adolescenza come "Stand by me": il viaggio dei due quattordicenni attraverso la Francia, a bordo di un veicolo messo insieme con pezzi di scarto in un'estate torrida, non può non riportare alla mente quello dei dodicenni del film tratto da Stephen King". Anche qui, siamo di fronte all'ultima estate dell'infanzia: tutto cambierà al ritorno. I personaggi sono teneri, simpatici, credibili pur nella stranezza delle loro avventure, come quelli di King; mentre la strana casa mobile su cui si spostano e il loro lungo viaggio a bordo di questo assurdo veicolo ha più di un punto in comune con quello dell'anziano protagonista di "una storia semplice" di David Lynch. E forse questa somiglianza è voluta, a creare una somiglianza, un'aria di famiglia, quasi, tra la prima e l'ultima stagione della vita.
un film davvero magico, un piacere per gli occhi e per la mente. Chi non lo apprezza forse non ha mai avuto 14 anni ...
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