Regia di Michel Gondry vedi scheda film
Ritmo, divertimento, umorismo e tenerezza. Non è facile riuscire a combinare tutto quanto, ma Gondry, regista menestrello di opere buffe ma geniali, dà il massimo raccontando la fuga delirante di due nerd molto più tosti di quanto potrebbe apparire. Sullo sfondo un mondo nevrotico che è il vero malato bisognoso di cure e comprensione. Un gioiello.
Michel Gondry mi è sempre piaciuto nella bizzarria senza limiti che ha contraddistinto sino ad oggi la sua bizzarra e curiosa carriera cinematografica; ma in questo Microbe et Gasoil l’eccentrico regista francese, spesso coinvolto anche in produzioni made in Usa che tuttavia mai tradiscono lo stile debordante e surreale che da sempre anima il proprio percorso cinematografico, supera se stesso e ci regala uno dei film a mio modo di vedere più belli, spassosi, acuti e divertenti dell’anno (il film è del 2015, ma la nostra distribuzione, sparuta più che mai, lo ha reso disponibile in 2/3 sale solo dal maggio corrente).
L’avventura di un’estate che catapulta per le strade di Francia due ragazzini nerd alla ricerca l’uno, Microbe, di ceto medio borghese, di una propria affermazione, soffocato com'e' da una madre che riesce ad essere apprensiva ma pure distratta - è resa bene da Audray Tatou - (tra l’altro, oltre ad essere deriso, è da molto scambiato per una ragazza a causa della sua capigliatura bionda e fluente). L’altro, decisamente popolano con genitori distratti o confusi, una new entry della scuola ad anno gia' avviato, spirito indipendente desideroso di rifuggire dalla mediocrità ove il destino lo ha fatto nascere e vivere, perennemente impregnato di tanfo di gasolio, da cui il relativo nomignolo.
Approfittando dell’attitudine di Gasoil a metter mano a motori e congegni meccanici, e del valido appoggio emotivo di un Microbe stressato dall’apparire sempre un bimbetto della metà degli anni dei suoi coetanei, e di non essere credibile in qualità di teenagers con le prime pulsioni sessuali da tenere a bada, i due in poco tempo, accaparrandosi pezzi meccanici e residui di vecchio mobilio, costruiscono dapprima un’avveniristica e rudimentale automobile col motore di un tosaerba, poi una vera e propria casa a quattro ruote, utile per intraprendere un viaggio all’insegna della libertà, qualità di vita di cui entrambi in qualche modo non hanno mai avuto modo di godere.
Il viaggio sarà esilarante: una fuga dalle famiglie che pone i due teneri esserini dinanzi ad un mondo dove esuberanza e prepotenza duettano con la bizzarria del vivere e la maniacalità del mondo cjhe li circonda: con risultati quasi sempre spassosissimi: l’escamotage per trasformare l’autovettura non omologata in una graziosa casetta tipo bungalow, i comici tentativi di Microbe di trovare un parrucchiere che gli tagli la bionda chioma femminea (con risultati esteticamente devastanti), il dentista che li soccorre dopo esserseli trovati accampati in giardino, scambiato dai due per un maniaco, ed in fondo piuttosto predisposto ad una forma di simile accanimento-deviazione lavorativa, la gara di disegno per vincete il mini airbus con Microbe appena tosato che fa il dodicenne.... e molto altro ancora.
Dialoghi ironici e comicissimi, verve e tenerezza rendono il film - interpretato con disincantata naturalezza da due ragazzini portentosi (Theophile Baquet, il moro Gasoil, mentre Ange Dargent – nomen- omen più che mai opportuno, riveste i panni del biondino Microbe) che speriamo di rivedere in futuro in altre occasioni - un piccolo prezioso gioiello ai vertici di una carriera spesso eccelsa da parte del genialoide regista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta