Regia di Fouad Mikati vedi scheda film
"Ritorna al mittente", o "chi la fa l'aspetti" è il tema predominante di questo pseudo-thriller, banalotto e lentissimo ma che tenterà di farla franca al botteghino grazie alla presenza di Rosamund Pike che a sua volta vivrà di rendita per qualche anno grazie al sopravvalutato (almeno un po') "Gone Girl" (sul serio, nessuno nella produzione si è accorto che stavano realizzando un film con lo stesso personaggio interpretato dalla stessa attrice?!). Purtroppo la pellicola inizia con una lunga presentazione della protagonista, mostrandone accademicamente tutte le qualità e i difetti con inquadrature dettagliate e zoomate per i non vedenti che ovviamente avranno poi uno scopo preciso all'interno della vicenda. Un meccanismo ad orologeria, perfetto e perfettamente inutile, in quanto si limita a raccontare i fatti in maniera abbastanza tradizionale senza andare in profondità di nessuno dei temi toccati (rapporti col padre, con la madre, shock post traumatico, colpi di scena finali che non interessano a nessuno...). "Return to sender" arriva e se ne rivà senza lasciare alcuna emozione, se non la fastidiosità congenita degli zigomi della Pike, che rischia di rimanere incastrata a vita nel ruolo della donna forte, emancipata e antipatica protagonista della parodia italiana di "Let it go" o di alcune delle prime canzoni di Elio e le storie tese.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta