Regia di Billy Ray vedi scheda film
Un remake onesto e ben scritto, che perde però la poeticità della versione originale, cadendo nella freddezza.
Avendo visto l'originale Il segreto dei suoi occhi è impossibile evitare l'effetto dejavu e sottoporre il film in questione a inevitabili confronti, ma cercherò di limitarmi il più possibile. Questo remake è un riadattamento, o meglio una americanizzazione, ma davvero molto intelligente. I punti caratteristici della versione argentina, come la questione politica, ma anche le ambientazioni, sono stati perfettamente contestualizzati, qui subentra l'11 settembre e la lotta al terrorismo. La sceneggiatura fila, è lineare, forse è più accessibile dell'originale, ma qualcosa è andata perduta e si tratta proprio del lato romantico, poetico e melanconico della pellicola di Campanella.
Billy Ray è un ottimo regista e sceneggiatore e il cast sorregge la sceneggiatura in modo eccellente, un lavoro corale dove il personaggio di ogni membro del trio è perfettamente dosato e dove spicca una Nicole Kidman sfaccettata inizialmente dolce, quasi tenera, poi malinconica, eterizzata dal regista. La scena dell'interrogatorio che la vede protagonista, già uno dei punti forti della versione originale, anche qui fa il suo effetto, ma con meno crudezza. Anche Julia Roberts e Chiwetel Ejiofor risultano bravissimi ed entrambi e in parte.
Ma allora cos'è che non va in questa nuova versione de Il segreto dei suoi occhi? Forse nulla, la qualità tecnica, considerato l'anno, la produzione e il budget, è superiore all'originale, il cast più collaudato e forse più accademico, ma meno autentico. Eppure fino alla fine si aspetta quella meravigliosa scena della stazione vista nell'originale e si spera che non sia stata omessa, ma purtroppo non arriva mai, e fin dei conti non c'è posto per una stazione ferroviaria vecchio stile a Los Angeles. La storia d'amore platonico tra Claire e Ray non viene mai definita al meglio, ed è quello che Billy Ray ha dimenticato di cogliere dal romanzo di Eduardo Sacheri, quell'amore malinconico, di rimpianti e viltà che era il cuore pulsante della versione argentina.
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