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Silence

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Silence

di Brady
8 stelle

Qualcunque cosa declini la sua esistenza nel non agire, nel silenzio, nell'indifferenza, nell'assenza se non immaginaria, di fatto NON ESISTE. Se si suppone esista qualcosa, ma quel qualcosa non interagisce in alcun modo con la realtà, è come non esistesse. Di un dio che non interviene e ci abbandna nel silenzio non ci si può fidare.Meglio il sole.

 

 

Un film difficile. Difficile perché si vive tanta sofferenza e difficile dal punto di vista filosofico. Capire esattamente il pensiero di una cultura molto differente dalla nostra non è semplice. Che i giapponesi non siano in grado di immaginare un vero Dio oltre la natura è curioso e arduo. Ammesso sia vero.

Solo il sole che sorge può essere un vero Dio. Non delude mai, sorge ogni giorno dall'inizio dei tempi. Come può competere con un Dio cristiano che non sorge mai, che fa del silenzio, dell'assenza, del non intervento la sua dura irrealtà.

 

Rimane il silenzio di Dio di fronte al disastro umano.

 

Spesso le persone vengono accusato di NON ESSERCI, anche quando, magari, esistono fisicamente e sono anche nei pressi. Un marito che non si occupa della famiglia e della moglie, occupa solo la stessa casa, ma è come non esistesse.

 

Si potrebbe dire lo stesso di Dio. Un Dio che non interviene mai, che non parla mai, che non agisce, che lascia l'umanità nel silenzio e nella rovina, preda di guerre, odio ed ingiustizia, si può dire che è come non esistesse.

 

E se è “come non esistesse”. Di fatto non c'è. Non è percepibile, non serve!

 

C'è chi sostiene che Dio ci guida, e le tante o poche persone fanno del bene, lo fanno grazie all’aiuto di Dio. Quindi non avrebbero alcun merito. Sarebbe come dire che quando l'uomo genera e coltiva il male decide autonomamente, mentre quando fa del bene è guidato da Dio. Quindi l'uomo è pura malvagità. Piuttosto riduttivo.

Probabilmente chi fa del bene e crede in Dio sarà influenzato da questa sua fede, ma il suo merito è ridotto da questa sua fede? Chi agisce nel medesimo modo senza fede, si sostituisce a quel Dio del silenzio.

A cosa può 'servire' un 'dio' del genere? A illudere le persone? A dare forza a chi non è in grado di autoalimentarla?

E oltre queste credenze c'è una vita che ci aspetta, che guarda all'uomo ed ai suoi valori oltre ogni legge religiosa. È vero che sta a noi agire. Come lo ha fatto e lo farà sono la storia del nostro futuro. Speriamo che il futuro non sia la storia del nostro passato.

 

La sofferenza dell'illusione è la più bruciante.

 

Rimanendo sul fronte ‘proseliti’. Il film ha la capacità di ricordare come, nei secoli, la Chiesa, con la scusa di avere la verità assoluta in tasca abbia convito tanti giovani a diventare missionari per ‘colonizzare’ al tri paesi. La religione da sempre è stata considerata come uno strumento ‘razionale’ per controllare i popoli. Ciò ha portato allo sterminio di molte popolazioni indigene, anche solo per le malattie che i preti portavano con loro.

 

Spesso i missionari venivano uccisi, ma esaltandoli ad eroi, erano anche capaci di attrarne altri con le “motivazioni” più incredibili.

La religione andava sempre di pari passo con l’espansione territoriale. Controllare l’economia e l menti delle persone per indurle all’obbedienza. Chissà quante volte l’Inferno avrò fatto proseliti come minaccia.

 

Nel tempo l’attività missionaria è mutata. Difficile dire dove si agisca bene o meno. Certo è comunque un’interferenza con le realtà locali, ma non di rado non si fa leva sulle conversioni. L’aiuto materiale, sociale e culturale (scuole) prevale.

 

Ma tornando al film, ho visto un Giappone ostico, che culturalmente è spesso superiore, ma soprattutto è più legato alle tradizioni, visto che si tratta di una civiltà più antica del cristianesimo stesso. Il Giappone è cinto d’assedio da parte degli europei che vogliono sfruttarne le ricchezze e dar vita a nuove rotte commerciali. Questo vuol dire vendere, ma anche comprare, importare. E tutto ciò che si importa ha pesanti ripercussioni sulla cultura locale e questo i giapponesi lo capiscono bene. Il cristianesimo è solo una delle tante vie che vengono percorse per penetrare nel paese. Forse una di quelle più pericolose visto che Dio entrava anche in conflitto con l’Imperatore, considerato come una specie di divinità.

 

Come si vede anche nel film l’Ultimo Samurai la strada più rapida sarà quella della corruzione e della creazione di dissidi e lotte interne per il potere. Strategia fra le più consolidate che porta i giapponesi a combattersi fra di loro, magari con armi d’importazione.

La compagine attoriale è interessante.

 

Adam Driver è indubbiamente un attore in grado di coprire un’ampia gamma di personaggi e lo si vede dalla sua lunghissima lista di pellicole e serie televisive, nonostante sia relativamente giovane. Bravo anche in questa occasione, nonostante non sia il protagonista.

Andrew Garfield ha un viso che ispira comicità sin dalle prime immagini ed è stato davvero difficile conciliarlo con un ruolo tanto drammatico. Se la cava egregiamente, ma non mi ha soddisfatto completamente.

 

Interessante la storia, ricca di usanze tipiche sull’accoglienza dei cristiani. Notevoli le torture, spesso originali quanto crudeli. Il dio Sole vorrà davvero tutto ciò? Lui, placido ed imperturbabile corridore del cielo?

 

La situazione più inverosimile è quella che vede i preti nascosti sulla scogliera per quattro giorni ad assistere alle esecuzioni di alcuni kirishitan. Nulla di impossibile, ma comunque strano.

 

Al di là di qualche momento di rilassamento, fra una tortura psicologica ed una fisica, il film è ben fatto ed interessante. Apre molte questioni. E proprio questo è un elemento che apprezzo di più in un film. Creare situazioni che possano generare sensazioni, opinioni, pensieri, odio e amore, che facciano riflettere.

 

Forse nessuno mai saprà poi dove sia la verità, ma le idee cambiano anche quando sembrano non farlo.

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