Regia di Pablo Trapero vedi scheda film
Mentre la dittatura argentina è in via di disfacimento dopo la sconfitta delle Falkland un agente segreto decide di mettersi in proprio, sequestrando persone facoltose e uccidendole dopo aver incassato il riscatto; il potere lo tollera, finché non pesta i piedi a un pezzo grosso. Un film accostabile idealmente al cileno Tony Manero di Larraín per come mostra l’ottundimento delle coscienze prodotto dalla pratica quotidiana della violenza, l’abitudine a fingere di non vedere e a non fare domande. Una storia di ordinaria mostruosità, con un’azienda familiare pacatamente dedita al crimine e diretta da un terribile capofamiglia dall’aria mite ma dal polso fermo: moglie e figli (qualcuno anche minorenne) sono complici o tacciono per omertà e opportunismo, in ogni caso nessuno di loro è innocente. E alla fine, il rifiuto ostinato di essere messi di fronte alle proprie responsabilità fino a negare l’evidenza: in piccolo, la stessa scelta di un paese che preferisce evitare di fare i conti con il proprio passato.
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