Regia di Pablo Trapero vedi scheda film
Ricordati che Papà lo ha fatto per noi: capiscilo!
Nell'Argentina che esce dagli anni della dittatura militare all'inizio degli anni '80 sopravvivono esponenti legati ai Servizi Segreti, implicati nella cattura di avversari politici fatti poi delicatamente sparire, che pure in tempi di democrazia si accorgono di detenere capacità "imprenditorilai" dai potenziali immensi benefici economici.
La storia del Clan Puccio è paradigmatica di quella fase "malata" della storia Argentina, i cui protagonisti uniscono un modo di agire arrogante e sprezzante nell'incognito associato ad una condotta formalmente ineccepibile alla luce del sole.
Ma è soprattutto la storia di una famiglia dominata (anzi, meglio: plagiata) dalla figura paterna, in cui si vanno a creare rapporti personali perversi che, in nome della dedizione filiale/coniugale oppure della fedeltà alla causa (il dissenso viene letto come un "tradimento"), la inducono ad assistere e condividerne la efferata condotta.
Con l'uso di un montaggio che interseca la cronologia degli eventi, giocando fra passato e presente, il Regista ci fa conoscere caratteristiche, infamità e debolezze dei vari personaggi; ma anche di quella fragile situazione democratica in cui comunque gli esponenti del vecchio regime potevano vivere in condizioni di impunità, protetti dalla omertà se non dall'egida di personalità o parti dello Stato.
Opera davvero interessante (Leone d’Argento per la migliore regia a Venezia 72), con un grande protagonista (Guillermo Francella nei panni di Arquimedes), che mescolando sapientemente thriller, noir e impegno civile fa percorrere un viaggio nella nostra storia recente oltre che nelle recondite pieghe dell'animo umano.
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