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The Visit

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su The Visit

di Furetto60
7 stelle

Thriller di grande suggestione. Ottima la regia, bravi gli attori

Loretta è una donna separata e madre di due ragazzini: Rebecca giovane documentarista di quindici anni affetta da dismorfofobia, non sopporta di guardarsi allo specchio, e Tyler tredicenne con disturbo ossessivo- compulsivo, è assillato dalla paura dei germi. Non hanno mai conosciuto i nonni materni, poiché la stessa mamma, ancor prima della loro nascita, aveva rotto i rapporti a causa di un misterioso litigio. Tuttavia i nonni si sono fatti vivi, chiedendo di conoscerli, i ragazzi malgrado le perplessità della mamma, separata dal marito e con un nuovo compagno, accettano con entusiasmo la proposta, mentre Loretta si reca in crociera. Restano d’intesa di sentirsi e vedersi via Skype. I due vecchietti che li accolgono calorosamente, sembrano gentili e disponibili e li accompagnano nella loro grande fattoria, immersa, tra i boschi, familiarizzano presto con i due arzilli anziani. Per loro ragazzi di città, è un mondo del tutto nuovo e affascinante, da scoprire. Quella vita bucolica ad una prima impressione, appare normale e anche sana e piacevole, con le dolci consuetudini, tipiche della vita di campagna, con la nonna che ama cucinare e sforna ogni giorno dolci prelibati ed il nonno,  dedito soprattutto al bricolage e al lavoro nelle stalle, fra l'altro, praticano anche volontariato presso il locale ospedale. Come capita in tutte le famiglie, anche qui i ragazzi devono rispettare alcune regole. In campagna fa freddo, la strada è piena di sentieri cupi, ci si sveglia presto la mattina , e si va a dormire con le galline, appena fa buio: dopo le nove e mezzo di sera è tassativamente vietato uscire dalla propria stanza. Quando Rebecca infrange la regola perché vuole dei biscotti dopo cena, sorprende la nonna a vomitare mentre cammina al piano inferiore in vestaglia. Preoccupata, la ragazzina chiede al nonno spiegazioni, lui le racconta che la nonna ha la cosiddetta "sindrome del tramonto", Una sorta di demenza senile, che fa compiere gesti strani e inconsapevoli agli anziani una volta calato il sole. Non è l’unica stranezza: Tyler trova nel capanno degli attrezzi un’enorme quantità di pannoloni sporchi, ma anche in questo caso la spiegazione sembra plausibile: il nonno soffre di incontinenza e se ne vergogna, accumula i pannoloni per poi bruciarli. Anche la mamma li rassicura durante una telefonata, dicendo loro che i suoi genitori sono stati degli hippy in gioventù, tipi sempre molto eccentrici. Becca e Tyler, anche se disorientati, accettano il climax di inquietanti stramberie dei nonnini, giustificandoli in maniera umana e credibile, durante la notte si sentono sempre stranissimi rumori e in più ricevono strane visite.

Un giorno dopo le ennesime stranezze, cui assistono, finalmente si  insospettiscono e per vederci chiaro,  sistemano una videocamera in salotto per monitorare le perturbanti nottate della nonna. Il mattino seguente, visionato il filmato che mostra la nonna, sbattere le porte e brandire un coltello da cucina per tentare di entrare nella loro stanza, i ragazzini chiamano allarmati la madre, nel frattempo tornata dalla crociera e, quando i due fratelli le mostrano attraverso la webcam finora fuori uso a causa di un piccolo incidente domestico,  i nonni intenti a trafficare nel pollaio, Loretta comunica scioccata, che quelle due persone non sono i loro nonni, i quali hanno ormai mangiato la foglia e costringono i due bambini a un curioso e perverso gioco da tavolo. La sinossi si ferma qui perché sarebbe un peccato fare spoiler su un thriller efficace e di grande effetto.  Shyamalan ritorna all'horror, con un film a basso budget, utilizzando la tecnica del found footage, tanto in voga oggi, in modo sapiente:  usa la  sceneggiatura scritta da lui stesso, e adopera ogni artificio  per renderla al meglio, dalla webcam del notebook alla fotocamera della protagonista aspirante documentarista, non si discosta dai cliché tipici dell'horror, ma lo fa con perizia, immergendo lo spettatore dentro la storia e coinvolgendolo, anche con un buon approfondimento psicologico dei personaggi, Talvolta piroettando, contro le aspettative, come nel caso del forno.

Il colpo di scena, inaspettato in puro stile Shyamalan, arriva e incanala il film su binari canonici, ma  la tensione si mantiene comunque alta e certi momenti, come il tesissimo gioco di società, sono estremamente ansiogeni. Alcuni degli elementi “tipo” del nostro Shymmi vengono richiamati anche in questo suo ultimo lavoro, l’acqua come simbolo di mortela cantina come ambientazione del momento crucialei colori a tinte forti e il plot twist, forse non del tutto inaspettato, ma quando arriva, è soddisfacente e segue una sua logica.

C’è una sorta di leggerezza di fondo, narrazione tra il fiabesco ed il parodistico, che amplifica tensione e inquietudine. Ci sono infatti tantissime suggestioni e molte atmosfere, tanti temi e spunti di riflessione: la malattia mentale, la senilità, la separazione, il desiderio di autonomia, il gusto per il proibito. C’è la paura di ciò che non si capisce.

 il metodo  metacinematografico del film sul film, del falso documentario, è usato ormai di consuetudine nel genere, però gestito da Shyalaman, mostra una certa eleganza singolare. Becca utilizza una telecamera e si fa aiutare dal fratello con una seconda, così da riuscire anche a duplicare il punto di vista. L'utilizzo del computer, messo nel quadro, permette allo spettatore di assistere al montaggio in diretta del documentario Shyamalan gioca con le paure ataviche che suscitavano le spaventose fiabe dei fratelli Grimm, la pulizia del forno a cui la nonna costringe Becca più volte, fino a rinchiuderla per un brevissimo lasso di tempo, è una esplicita citazione di "Hansel e Gretel" anche se a dispetto delle aspettative, resta un gesto quasi scherzoso, fine  a se stesso e la scelta del racconto della storia dal punto di vista dei due ragazzini è un tipico stilema del cinema del regista, che ama girare favole moderne, Il confronto, ,tra l'entrata nell'età adulta con la decadenza della vecchiaia mette sullo stesso piano le due coppie, in un yin e yang metaforico Becca, che non riesce a specchiarsi, grazie a un pezzo di vetro riuscirà a liberarsi dalla fobia; Tyler, con la paura dei contagi e la sua incapacità a reagire, riesce a sbloccarsi. Nel finale i due piccoli protagonisti fanno un grande passo in avanti nel superare i loro limiti.

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