Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
In un certo senso, The Visit potrebbe essere etichettato come il film definitivo di Shyamalan. Definitivo per ciò che concerne una delle tematiche principali dell'autore: quella della percezione. Nel suddetto lungometraggio, quest'ultima esplode, rompendo lo schermo, attaccando la "realtà visuale", diventando, di conseguenza, un tutt'uno con essa. Un tutt'uno con il quadro visivo. Aderendo completamente, appunto, alla verità schermica. Spaccando (finalmente!), in maniera decisiva, l'ambiguità dell'Immagine shyamalaniana. L'ambivalenza filmica, quindi, non ha vie di fuga sotterranee, perché (sempre) inquadrata, in campo, onnipresente nell'occhio della mdp, riflessa direttamente nelle immagini, come in uno specchio (scuro). Schiacciata, stavolta, dal peso e dalla direzionalità di queste ultime.
Per tutto ciò, The Visit potrebbe essere definito il film più estremo e radicale di Shyamalan. E non solo: la sopracitata pellicola è anche anche quella più genuinamente inquietante, ansiogena e terrificante. Per il sottoscritto, uno dei migliori horror del decennio.
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