Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Scacco matto a M.Night Shyamalan. Lo ammetto, Il sesto senso mi sorprese e The village mi lasciò senza parole. In The visit, invece ho intuito il colpo di scena. Nulla vi dirò dell’incipit di The visit, se non che è un film a inganno. Non in maniera clamorosa come Il sesto senso ma osservando attentamente la messa in scena si può intuire la sorpresa finale. Forse è un film più vicino a Unbreakable che ai precedenti citati. E’ un film che gioca sui generi, sulla commistione tra finto documentario, thriller, horror, con sprazzi di commedia. La visita del titolo è quella di due adolescenti, Rebecca e Tyler, alla fattoria dei nonni, nel bel mezzo di un gelido inverno. Rebecca filma la realtà. Tyler regala intermezzi rap che stemperano la tensione. Le velleità artistiche dei protagonisti contro i mali del mondo. The visit è un film di idee, nessun effetto speciale, niente grand guignol, il terrore è psicologico, sono porte che sbattono, sono graffi sulle pareti, è l’angoscia di una favola nera rinchiusa tra le pareti domestiche, è la sidrome del tramonto che lascia i cinefili con gli occhi incollati alla pellicola.
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