Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
M. NIGHT SHYAMALAN ritorna e lo fa restando nel territorio a lui più congeniale: l’horror. Tuttavia, e la circostanza incute sospetti preventivi e diffidenze non completamente immotivate, sceglie pure lui, molto in ritardo rispetto a quello che potrebbe considerarsi il tempo utile, di provare a confrontarsi con il genere “mockumentary”. Quel genere che procede nel racconto immaginando che il protagonista o uno tra essi filmi direttamente lui la storia anziché un regista dall’esterno, dando pertanto l’idea di un prodotto amatoriale dove la fantasia, la bizzarria degli eventi, finisce per subentrare nella realtà di tutti i giorni dando luogo ad un finto “real movie” dove tutto è programmato a tavolino, ma non lo sembra.
Dopo il famosissimo capostipite, quel Blair Witch Project, è stata la volta di decine e decine di altri tentativi che hanno dato vita ad un vero e proprio genere, una moda, una tendenza espressiva che spesso ha deluso ed è finita per degenerare.
La vicenda del film di Shyamalan si intreccia negli schemi della favola horror mista al racconto delle più agghiaccianti leggende metropolitane: una madre separata con due figli teen, si concede una crociera col nuovo compagno e per questo decide di lasciare i due ragazzi dai suoi genitori, i nonni che entrambi non hanno mai conosciuto a causa di vecchie tensioni ormai ricondotte ad ambiti civili.
Recatisi dai genitori della madre in una zona di campagna, ed in contatto con la genitrice solo tramite skype, i giovani, dopo una positiva ambientazione in loco, cominciano a notare fatti sempre più sconcertanti in capo ai due arzilli vecchietti: di notte essi pare si trasformino in esseri mostruosi, o dai comportamenti davvero poco umani, accompagnati dall'emissione di rumori davvero poco rassicuranti, di natura decisamente più bestiale.
In un crescendo di tensione, i ragazzi filmano loro stessi il proprio film dell’orrore: le risposte ci saranno tutte, puntualissime, logiche o quasi, inquietanti certamente, non impossibili da indovinare.
Shyamalan non è un gran direttore di attori, ma ha un gran polso della situazioni e le riprese, specie quelle dei momenti topici e tesi, sono dirette con grande professionalità e acuto senso della suspence, seguendo anzi rincorrendo le sue vittime con una perizia che non ha nulla di casalingo od improvvisato.
Certo i due ragazzi, specie il maschietto, ancor più quando si improvvisa rapper, risultano davvero fastidiosi e petulanti, ma il film si lascia guardare con qualche sano soprassalto nonostante la storia non abbia elementi di novità o sorpresa alcuni.
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