Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
In visita dai nonni materni che non hanno mai conosciuto, Tyler e Becca sono due adolescenti che hanno da tempo perso i contatti col padre e vivono con una madre single che li ha cresciuti senza l'aiuto di nessuno. Dopo la calorosa accoglienza degli anziani parenti però, vengono allarmati dal loro strano ed eccentrico comportamento e dall'avvertenza di non uscire dalla loro stanza dopo le nove e mezzo di sera. Scopriranno a loro spese la sconvolgente verità che li riguarda.
Tenendo fede alla sua passione per il mistero e per l'incanto che si celano dietro la normalità di relazioni umane apparentemente ordinarie, l'indo-americano M. Night Shyamalan riconverte la usuale vocazione per le avvolgenti inquadrature dei suoi piani sequenza alla più moderna filosofia del found-footage, ricostruendo così una teoria dello sguardo che sottende con la inquietante documentazione dei punti vista una realtà tanto lontana dalle latenti suggestioni del metafisico quanto dalle più banali spiegazioni che il cinema di genere ci vorrebbe suggerire. Sulla falsariga di una narrazione fiabesca che da sempre accompagna un cinema dove i diversi livelli di comprensione e di spiegazione della realtà si intersecano e confluiscono, questa originale versione di due Hansel e Gretel dei nostri giorni ci precipita in una dimensione sospesa tra il fantastico ed il possibile, in una continua rincorsa tra l'imponderabile altrove in cui la fantasia ci può trasportare (rituali esoterici? possessione diabolica? abduzione aliena?) e la banalità di una vicenda improbabile cui attribuire di volta in volta una plausibile spiegazione razionale (Vespertino Syndrome? demenza senile? Sindrome di Capgras? e chi più ne ha più ne metta) e dove la ricomposizione del puzzle, tra foto di famiglia ben occultate e reazioni spropositate ai tentativi di indagare su di un passato lontano e doloroso, passa attraverso il meccanismo di una serie di confessioni filmate che costituiscono la stessa struttura portante del meccanismo cinematografico.
Insomma la verità è più semplice e sconcertante di quanto ci saremmo (o avremmo voluto) immaginarci, compresi i continui riferimenti alle complicazioni nei rapporti genitori-figli che conivolgono i protagonisti in una complementarietà dei sentimenti che non può che avvicinarli per poi condurli al punto di non ritorno di una rottura del patto di fiducia su cui si fonda qualunque relazione umana. Forse un pò inconcludente nello sviluppo di una materia narrativa così delicata e nella solita ambizione dell'autore di trasportare il discorso sul terreno di un'ambiguità simbolica non sempre andata a segno (per due volte la giovane e dolce nipotina viene fatta accomodare all'interno di un forno da cucina con la scusa di doverlo ripulire), Shyamalan precipita il suo finale in un rapsodico melodramma della follia con gli eccentrici vecchietti che subiscono la loro giusta nemesi ed i lampeggianti della cavalleria che vengono in soccorso degli sventurati ospiti di una casetta di marzapane che ha infine rivelato il suo macabro segreto.
Epilogo rassicurante (come ogni favola che si rispetti) e fuori metraggio, con tanto di approdo sicuro all'età adulta per i due sventurati fratellini e confessione strappalacrime della mammina prodiga che rivendica le difficili scelte di una vita dedicata alla cura ed all'amore per i figli. Forse questo era un pò troppo. Nelle sale italiane dal 26 Novembre 2015.
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