Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Un Night Shyamalan minore che guarda, un po' fuori tempo, allo stile di pellicole quali Rec e Blair Witch Project per confezionare un prodotto che si riscatta sul finale ma che, fin lì, appare a dir poco soporifero. Night Shyamalan ravviva, ogni tanto, la visione con trovate registiche che regalano qualche brivido e rompono il taglio volutamente amatoriale. Parti del film, infatti, vengono girate con macchina da presa che simula la telecamera a mano con cui si fanno i video domestici. Due ragazzotti, che non hanno mai conosciuto fino ad allora i nonni, improvvisano il loro film fatto di interviste e ricordi del passato. Il clima di festa però tende presto a modificarsi. I nonni si dimostrano squilibrati, con veri e propri momenti di blackout mentale. A tratti la regia sembra alludere a una piega horror di stampo sovrannaturale pronta a prendere il sopravvento sulla labile parvenza di tranquillità. Niente di tutto questo, tuttavia, il finale riporterà la storia su binari convenzionali di matrice drammatica. Buone le interpretazioni, a parte il ragazzino che si rivela particolarmente odioso specie quando si improvvisa rapper.
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