Il trentatreenne Costi conduce una vita pacifica. Di notte, si diverte a leggere le favole al figlioletto di cinque anni e la loro preferita è quella di Robin Hood, che permette a Costi di vedersi come l'eroe, riparatore di torti e difensore degli oppressi. Una sera, riceve la visita inaspettata del vicino di casa, che vuole condividere con lui un segreto: nel giardino della casa dei suoi nonni è sepolto un tesoro e, se Costi troverà un metal detector, è disposto a condividerlo con lui. Inizialmente scettico, Costi accetta l'accordo, preparandosi a un fine settimana di ricerca del bottino.
Succedono poche cose in questo piccolo grande film e la sceneggiatura di Porumboiu ce le descrive con grande realismo sia nelle situazioni che nei dialoghi. E' una cosa che si vede assai raramente nelle opere di finzione.
Presentato con successo a Cannes (nella selezione di Un certain regard) nel 2015, ha impiegato ben due anni per arrivare a noi! Meglio tardi che mai. Se, come spero, arriverà anche in altre parti d’Italia, andate a vederlo, e abbandonatevi, semplicemente, al piacere di vedere, splendidamente illustrata, una fiaba dei nostri giorni molto bella!
Porumboiu continua a fare i conti con la storia recente del suo paese. I figli della nuova borghesia cercano sempre dal passato i motivi per guardare con più ottimismo al domani. La ricerca di un presunto tesoro sepolto in giardino rappresenta appunto tutto questo, ma i simboli non vengono maneggiati con la maestria di "A est di Bucarest".
materiale per un potenziale buon corto, si sgonfia un po' nella realizzazione di uno stiracchiato lungometraggio.
peccato che il bravo Porumboiu non si sia ripetuto al livello dell'ottimo A Est di Bucarest...ma in quel caso la storia e la sceneggiatura erano molto più solide.
Bucarest: un casermone della periferia come tanti altri, una famiglia come tante altre e un padre di nome Costi, che la sera, dopo il lavoro, leggeva al suo bambino, come fanno tanti altri papà, le belle favole di un libro illustrato. L’atmosfera incantata una volta, però, era stata interrotta da un vicino di casa, Adrian, che aveva suonato alla porta… leggi tutto
Nonostante negli ultimi mesi i successi al botteghino si contino sulle dita di una mano, a maggio escono in home video ben tre titoli capaci di andare - chi… segue
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Mercoledì 18 novembre in territorio francese esce, tra gli altri film di nuova programmazione, Suffragette, di Sarah Gavron. Un film molto importante… segue
FESTIVAL DI CANNES 2015 - UN CERTAIN REGARD - PREMIO UN CERTAIN TALENT
The Treasure (2015): locandina
Corneliu Porumboiu è uno dei più affermati registi romeni attualmente in attività. Il suo THE TREASURE, presentato a Un Certain Regard, è un film ottimo ed incalzante: una favola moderna che vede un padre affettuoso e partecipe nella vita del figlio bambino, un…
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Commenti (4) vedi tutti
Succedono poche cose in questo piccolo grande film e la sceneggiatura di Porumboiu ce le descrive con grande realismo sia nelle situazioni che nei dialoghi. E' una cosa che si vede assai raramente nelle opere di finzione.
commento di bombo1Presentato con successo a Cannes (nella selezione di Un certain regard) nel 2015, ha impiegato ben due anni per arrivare a noi! Meglio tardi che mai. Se, come spero, arriverà anche in altre parti d’Italia, andate a vederlo, e abbandonatevi, semplicemente, al piacere di vedere, splendidamente illustrata, una fiaba dei nostri giorni molto bella!
leggi la recensione completa di laulillaPorumboiu continua a fare i conti con la storia recente del suo paese. I figli della nuova borghesia cercano sempre dal passato i motivi per guardare con più ottimismo al domani. La ricerca di un presunto tesoro sepolto in giardino rappresenta appunto tutto questo, ma i simboli non vengono maneggiati con la maestria di "A est di Bucarest".
commento di Peppe Comunemateriale per un potenziale buon corto, si sgonfia un po' nella realizzazione di uno stiracchiato lungometraggio. peccato che il bravo Porumboiu non si sia ripetuto al livello dell'ottimo A Est di Bucarest...ma in quel caso la storia e la sceneggiatura erano molto più solide.
commento di giovenosta