Regia di Teddy Chan vedi scheda film
Un killer sta uccidendo i più forti maestri di arti marziali della città. Per risolvere il caso la polizia avrà bisogno del maestro Hahou Mo (Donnie Yen), rinchiuso in carcere per omicidio.
Teddi Chan (compare nel film nei panni di un ispettore di polizia), regista eclettico dal curriculum corposo e vario (il suo lavoro migliore rimane il wuxia in chiave moderna? “La vendetta della maschera nera” con Jet li), realizza un thriller “marziale”, che è un vero e proprio omaggio al kung fu, oltre che un tributo agli attori che hanno sostenuto il genere e la fiorente industria di Hong Kong. Nel nutrito cast compaiono infatti Louis Fan (Ip Man), Yu Xing, vero monaco shaolin (Ip Man e Flashpoint) , David Chiang (leggenda delle arti marziali negli anni 70) e cosi via. Tutto questo chiaramente è sfuggito al mercato occidentale, che giustamente ignora tanta tradizione. Film accolto tiepidamente dunque, non essendo tuttavia disprezzabile.
La struttura da thriller si amalgama all’azione in un continuo di rimandi all’action più scatenato, duelli di volta in volta sempre più duri sino all’epilogo: uno scontro di dieci minuti in un autostrada ottimamente coreografato, fra macchine e tir che sfrecciano ad un millimetro dai duellanti; noia per alcuni, estremo gaudio per altri.
Peccato per la caratterizzazione macchiettistica e sopra le righe del killer, soprattutto perché il film chiarisce in maniera banale le motivazioni del suo agire.
Comunque un prodotto onesto, che dichiara sin da subito dove vuole andare a parare.
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