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The Final Girls

Regia di Todd Strauss-Schulson vedi scheda film

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La recensione su The Final Girls

di alan smithee
4 stelle

locandina

The Final Girls (2015): locandina

33° TFF - AFTER HOURS

Si è già teorizzato, scherzato e tergiversato sin troppo in questi anni sull'horror (la serie di Scream e Wes Craven in generale avrebbero dovuto chiudere un capitolo ormai trattato in modo esaustivo) e sulle sue contaminazioni con altri generi, primo fra tutti la commedia, per potersi illudere di cavarci ancora qualcosa di interessante con cui riempire un film.

Invece la tentazione di tornarci sopra sembra inarrestabile.

In questa ultima pellicola una ragazza (Taissa Farmiga, sorella minore di Vera), dopo tre anni dalla morte della madre - nota attrice di horror movies da tempo disoccupata - per un incidente stradale (è Malin Ackerman, stangona bionda resa famosa dai Farrelly), si trova coinvolta a partecipare ad una proiezione-omaggio in onore della ex divetta, programmato da un cineclub di appassionati.

Taissa Farmiga, Adam DeVine

The Final Girls (2015): Taissa Farmiga, Adam DeVine

In quella occasione lei ed i suoi amici, a causa di un banale incidente in sala che mette a repentaglio la sicurezza del pubblico, si ritrovano catapultati all'interno della pellicola della madre della ragazza, girata negli anni '80 e popolata da una gioventù che riflette completamente vizi ed attitudini di quegli anni ridanciani e spensierati.

Uscire indenni da quel labirinto di tranelli, smarcare il pericolo numero uno rappresentato dal serial killer che uccide attori, ma anche intrusi all'interno della pellicola, sarà un rompicapo davvero impegnativo,,,ma anche ripetitivo e ormai non proprio godibile in tutto e per tutto.

Malin Akerman

The Final Girls (2015): Malin Akerman

Certo qualche trovatina ironica risulta anche carina, tipo i due protagonisti superstiti che si vedono calare i titoli di coda del film nel quale sono incastrati che sta finendo. Ma neanche il refrain giusto rappresentato ad esempio dalla piacevole Bette Davis' eyes di Kim Carnes riesce a giustificare questa operazione-omaggio davvero giunta in ritardo con i tempi e dunque un pò scontata e ripetitiva. 

Un finale nel finale con gli sbagli e le gaffes tagliate al montaggio non fa che creare un ulteriore senso di disagio ed inutilità verso un'operina scontata e davvero poco necessaria. 

 

 

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