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Lamb

Regia di Ross Partridge vedi scheda film

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La recensione su Lamb

di supadany
4 stelle

TFF 33 Festa Mobile.

Con ogni probabilità, quella del regista Ross Partridge è una delle sfide più ardite che il cinema americano moderno abbia affrontato.

Raccontare un rapporto non raccontabile (e quindi altrettanto non filmabile), difficile anche solo raffigurarselo e di conseguenza è ancora più facile trovarsi in difficoltà di fronte alle opzioni prese in considerazione.

La vita marca male per David Lamb (Ross Partridge), almeno fino a quando non incontra in un parcheggio l’undicenne Tommie (Oona Laurence).

Dopo aver inscenato un finto rapimento a scopo di scherzo, i due si ritrovano e decidono di partire per un viaggio che li porti lontano dalle loro realtà quotidiane.

Ci saranno sviluppi imprevedibili.

 

Oona Laurence, Ross Partridge

Lamb (2015): Oona Laurence, Ross Partridge

 

Materiale ambiguo che genera pulsioni, e repulsioni, destinato per sua stessa natura a vacillare.

Difficile da immaginare, improbabile nella visione che si sviluppa oscillando tra il pericolante ed il ridicolo, due mondi così distanti (accomunati da famiglie, quando va bene, assenti), circa trentacinque anni li dividono, che pare impossibile andare oltre al naturale rapporto padre-figlia.

Scene che raschiano lo scult, lunghi passaggi dai quali estrarre del significato pare impresa improba, i contrasti, così come i legami, comunque crescono e si modificano, quando poi s’inserisce il terzo elemento, la di lui ragazza, si fatica a mantenere un compromesso tra equilibrio scenico-sentimentale e credibilità.

Effettivamente potente invece l’ultimo chiarimento, ovviamente è sempre complicato sentir disquisire di certi argomenti due esseri umani così diversi, ma Oona Laurence è di una bravura da star hollywoodiana anni trenta, fa tremare lettaralmente i polsi (il suo volto travisato dalle lacrime rimarrà una delle immagini più forti del TFF33), semmai Ross Partridge avrebbe fatto un gran bene a concentrarsi maggiormente sui diversi aspetti della regia, lasciando il ruolo da protagonista ad un attore più credibile, preferibilmente con elevate attitudini drammaturgiche.

Un film quindi incredibilmente ambizioso, che solo quando arriva al rush finale lambisce la sua (sperata?) essenza, purtroppo la rotta non può più essere completamente invertita, troppi minuti sconfortanti sono ormai alle spalle, ma almeno lo scoramento si affievolisce.

Lodevole per il coraggio (da qui un giudizio negativo, ma non infimo), per il resto rischia anche di essere detestabile.

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