Regia di Aldo Grimaldi vedi scheda film
Film più comico che erotico anche se la scelta del cast non appare delle più felici. Nonostante l'approssimata messa in scena (terribili i dieci minuti finali con la coppia ballerina inquadrata da sotto) Amanti miei anticipa la tematica del tradimento di coppia, visto come eccitante alternativa, tanto cara a Tinto Brass.
Roma. Sergio (Vassili Karis), pur essendo fidanzato della bella Barbara (Cindy Leadbetter), si abbandona a rapporti promiscui con qualunque ragazza si renda disponibile a cominciare dalla migliore amica (Anna Maria Clementi) di Barbara fino alle più disinibite studentesse. Finché un giorno, stanca dei ripetuti tradimenti, Barbara inizia a rendere pan per focaccia: seduce allora Valerio (Carlo De Mejo), un imbranato giornalista con il quale però non riesce a concludere, perché a causa dell'antifurto nella macchina viene scambiato per un ladro e catturato dai carabinieri. Passa allora a Stephan (Maurice Poli), un attempato spasimante che trova in casa già sotto alle coperte con una mulatta, finendo per sperimentare così pure i piaceri di Saffo. Ma il vero tradimento, Barbara lo porta a compimento con un ricco sceicco (Paolo Gozlino), conosciuto casualmente per un sinistro in macchina.
"Ho intenzione di fargli il paio di corne più ramoso che si sia mai visto sulla testa di un uomo italiano." (Pensieri di Barbara rivolti alla sua dolce metà)
Gli amanti del titolo, ovvero suoi, sono quelli di Barbara o di Sergio? Perché in una sceneggiatura così elementare diventa impossibile pensare che si sia posta attenzione al titolo. Pur essendo catalogato talvolta nel genere erotico, le intenzioni ironiche, alla base del testo, sono predominanti anche se di discutibile resa nel prodotto finito. Film più prossimo al mediocre che alla sufficienza, la cui causa è da attribuire principalmente alla scelta (dettata certamente da un bassissimo budget) di un cast inadatto. Inadatto non solo per le parti di contorno (De Mejo nei panni del miope scrittore, Gegia come autostoppista "sexy" in fregola) ma soprattutto nella scelta della indisponente protagonista, Cindy Leadbetter, erotica come un cubetto di ghiaccio e simpatica meno di una Culicidae Meigen o zanzara tse-tse. Per fortuna la presenza di Anna Maria Clementi (già esplosiva e indimenticabile impiegata nel Porno shop di Massaccesi, lei sì sexy e meritevole del ruolo di prima donna, scippatole dalla Leadbetter) e del bravo mestierante Maurice Poli danno un senso, un motivo e una giustificazione -assieme alla interessante colonna sonora di Fabio Frizzi- alla visione del film. Film che è frutto interamente attribuibile (soggetto, sceneggiatura e regia) ad Aldo Grimaldi, sfortunato cineasta (scomparso a soli 48 anni nel 1990) con un breve -ma interessante- percorso formativo sui sets di Steno e Totò (1962) sino al debutto dietro la macchina da presa in un musicarello interpretato da Al Bano (Nel sole, 1967). Di lui, oltre a questo erotico anticipatore del più esplicito brassiano Così fan tutte, si ricordano, al di là del risultato, una manciata di commedie sicuramente diverse dalla media (La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono e La cameriera seduce i villeggianti).
Curiosità
Paolo Gozlino (lo sceicco) ha interpretato molti altri film, oltre a questo. Per esempio, appare da ultimo anche ne La trasgressione (1988) ma la sua attività principale, all'epoca di Amanti miei, era quella di coreografo e ballerino RAI.
Dimmi come parli e ti dirò in che anno sei
A seguire un paio di dialoghi puramente "paninari" tra Sergio (Vassili Karis) e la studentessa autostoppista (Gegia).
Sergio: "Fichissimo che vuol dire?"
Gegia: "Ah, beh... non lo so. Ma penso che sia il superlativo assoluto di fico forte."
Ancora:
Sergio: "Squinzetta? Cos'è una squinzetta?"
Gegia: "Boh... non lo so. Penso che sia il diminutivo di squinza."
Sceicchi si nasce
"Mi chiami, per i danni alla sua macchina... a qualunque ora, preferibilmente di notte!" (Lo sceicco intercede, attribuendo la responsabilità dell'incidente -in realtà colpa di Barbara- all'autista)
La riappacificazione
Nel finale, a notte fonda, Sergio ritrova Barbara, appena scesa dalla lussuosa auto dello sceicco. I due iniziano un dialogo, urlandosi "sentimentali" parole d'affetto.
Sergio: "Puttana! È così che mi sei sempre stata fedele?"
Barbara: "Tu... tu mi vieni a parlare di fedeltà???"
Sergio: "Io sono l'uomo!"
Barbara: "E che vuol dire?"
Sergio: "Vuol dire che i miei tradimenti non contano!"
Barbara: "Ah, no, eh? Porco maschilista."
Sergio: "Tu e il tuo femminismo: lo tiri fuori solo per andare a scopare con il primo che capita."
Barbara: "Io non vado con il primo che mi capita. Io i miei amanti me li scelgo con la massima cura. Che è più di quanto si possa dire di te!"
Inquilino del palazzo vicino: "Silenzio!!! C'è gente che vuole dormire!"
Sergio: "E chi se ne frega! Ho già la preoccupazione che la mia donna è la più gran troia della città... mica posso anche preoccuparmi della gente che dorme!"
Segue un sostanzioso flusso d'acqua, gettato sulla testa di Sergio, in arrivo dal terrazzo dell'insonne testimone.
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