Regia di Joseph Warren vedi scheda film
Tre uomini, lavorando sottoterra, sopravvivono per puro caso a un disastro atomico. Quando tornano in superficie non solo trovano un mondo devastato, ma anche una pessima accoglienza da parte dei pochi esseri umani ancora in vita, contaminati dall'esplosione.
Apocalisse nucleare, cacciatori di teste, motori rombanti, scenari desertici, azione, ritmo & violenza: la formula di questo Urban warriors è decisamente semplice e prevedibile: eroi buoni vs nemici cattivi, tanto per ridurre ulteriormente ai minimi termini la questione. E in effetti a firmare la sceneggiatura troviamo una garanzia di cinema 'poveristico' e di scarse pretese, ovverosia Piero Regnoli; non che la firma per la regia di Joseph Warren, alias Giuseppe Vari, costituisca in alcun modo una garanzia di qualità, d'altronde, ma va riconosciuta al lavoro una certa dignità nella confezione – al di là degli evidenti limiti negli argomenti, si capisce. La trovata peculiare è quella del midollo spinale: ne necessitano urgentemente i contaminati, per qualche ragione pseudoscientifica non meglio approfondita, e ben presto la lotta per la sopravvivenza dei tre protagonisti si trasforma in lotta per la salvezza del proprio midollo. La produzione è totalmente italiana, anche se nel cast artistico compaiono alcuni nomi stranieri: a parte quello di Karl Landgren, alias di Bruno Bilotta, troviamo infatti quelli di Bjorn Hammer, Rosenda Scharschmidt, Maurice Poli e poi ancora Malisa Longo, Alex Vitale e Tiziana Altieri. Collaboratori da segnalare: Paolo Rustichelli per la spettrale colonna sonora e Sergio Rubini per l'apprezzabile fotografia; ciò che invece non regge sufficientemente bene è la tensione, effettivamente ai minimi storici per un prodotto di questo genere. 2,5/10.
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