Regia di Liza Johnson vedi scheda film
Dicembre 1970: Elvis Presley si reca alla Casa Bianca per incontrare il presidente Richard Nixon. La ragione? Il re del rock and roll vuole diventare agente federale della narcotici, per salvare i giovani dalla droga.
La storia è talmente surreale che non può che essere vera: Elvis, nel pieno del delirio di onnipotenza e in forte calo di popolarità, chiede di incontrare il Presidente degli Stati Uniti Nixon per proporsi come agente antidroga, con l'obiettivo di salvare la gioventù americana. Nixon lo accoglie con la dovuta presunzione, tentando - invano - di farlo sentire meno importante dell'uomo che ha di fronte; il colloquio si conclude comunque positivamente e Elvis viene effettivamente accreditato come agente, anche se pare non abbia mai esercitato concretamente tale ruolo. Il soggetto è perfetto per un film; il problema è che se n'era già occupato Rick Peters quasi vent'anni prima con Elvis meet Nixon (1997) - da notare come gli americani inseriscano sempre, nel titolo, Elvis prima di Nixon, stabilendo una gerarchia in termini di popolarità inequivocabile. Elvis & Nixon è un'opera noiosetta, incentrata su una vicenda che a guardar bene, pur avendo attorno a sè un alone di mistero, non offre un sostanzioso tasso di spettacolarità o di tensione; il film si risolve perciò in un'oretta buona di chiacchiere inconcludenti a cui segue mezzora dedicata al fulcro della narrazione, cioè al suddetto incontro fra le due autorità statunitensi. Pur avendo a disposizione due interpreti quotati come Kevin Spacey e Michael Shannon, la pellicola non lascia il segno: vuoi perchè le somiglianze sono scarse (meglio Spacey-Nixon, dovendo scegliere), vuoi perchè i due attori sono imbrigliati in personaggi nei quali è difficile, se non impossibile, usare più di tanta improvvisazione o più in generale personalità. In una parte laterale c'è anche Johnny Knoxville di Jackass; ulteriori ruoli sono riservati ad Alex Pettyfer, Sky Ferreira e Colin Hanks. Sceneggiatura di Cary Elwes, Joey e Hanala Sagal. Per Liza Johnson, la cui prova dietro la macchina da presa è più che sufficiente, si tratta della quarta regia. 4/10.
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