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Elvis & Nixon

Regia di Liza Johnson vedi scheda film

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La recensione su Elvis & Nixon

di alan smithee
4 stelle

Due icone estreme al confronto:due mondi che si studiano in un (finto) biopic furbetto che ipotizza storie(lle) su un incontro documentato,e che si fa inghiottire da due personaggi troppo carichi e caricaturali:ma a uscirne a pezzi è soprattutto Elvis,alieno che tenta di integrarsi in un mondo adorante,ma solo di esteriorità e futili suppellettili.

Il “biopic”, ovvero la cine biografia di personaggi noti del presente e/o del passato, sta diventando da anni una vera e propria mania, in grado di attrarre, trovare pubblico ben disposto a farcisi coinvolgere, e festival che si organizzano dedicandocisi in modo esclusivo.

Con Elvis & Nixon la regista Liza Johnson osa ancora di più: azzarda la cine biografia sulla scorta di un indizio famoso ed arcinoto: la foto che ritrae il presidente americano Nixon e l’icona musicale Elvis Presley mentre di stringono la mano dopo una visita che il celebre divo fece alla Casa Bianca il 21 dicembre del 1970.

Su questo indizio molte furono le ipotesi, ancora di più le illazioni circa le motivazioni “vere” di quella insolita accoppiata.

La Johnson prova a cavalcarne la rappresentazione più accattivante, anzi avveniristica, almeno sulla carta: quella del rocker che si offre al suo presidente come uno strumento per garantire la legalità e la sicurezza nei confronti del proprio paese che, al contrario, alla star pare trovarsi sull’orlo della deriva civica, morale e comportamentale.

Il re degli eccessi, dal look vistoso e non proprio intimista, solerte e abitudinario all’utilizzo di armi, che lo cingevano in varie parti del corpo, opportunamente celate tra l’abbigliamento eccentrico fino all’improbabilità, che diviene paladino della lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti, della non violenza e della ragionevolezza: un paradosso, per una star che sappiamo più o meno tutti come ha finito i suoi giorni, stroncato da un cocktail di psicofarmaci mai visto: una comica insomma, fatta apposta per ridere, per esaltare il gusto dell’assurdo e del nonsense.

E ogni tanto si ride pure, nel film variopinto e colorato che punta alle situazioni buffe, al connubio impossibile tra due persone così diametralmente opposte dal rischiare di attrarsi; e se gli attori scelti ad interpretare due personaggi davvero impegnativi, se non impossibili, sono sulla carta le migliori risorse di un filmetto leggero che punta sull’ambientazione impeccabile e sull’isteria ed incredulità da sorpresa suscitata sulla gente qualunque dalla coppia “impossibile” ed improponibile, Kevin Spacey, nel ruolo di Nixon sfoggia una mimica straordinaria sia dal punto di vista fisico, sia grazie ad una modulazione della voce, che ha dello strabiliante: è lui la vera, unica nota positiva del film troppo furbo e manierato.

Quanto invece al pur ottimo Michael Shannon, che non rinuncia mai volentieri (non certo qui) ad interpretare (e facendolo quasi sempre magistralmente) personaggi sopra le righe o al limite della sanità mentale, qui non riesce, a mio avviso, a compiere il miracolo di restituire una figura di star che possa dirsi matura e minimamente credibile.

A farne le spese di tutto ciò infatti è proprio la figura di Elvis Presley: per tutto il tempo l’uomo, la star, il mito, pare una trinità caricaturale e forzata di se stesso, tanto da rendersi sin eccessivamente  coerente con la scena (divertente) dell’incontro in aeroporto tra l’originale non riconosciuto, ed un fan che sembra più autentico ed accettabile di quello vero.

Sospeso come appare quest’ultimo, ed inevitabilmente, dalla concretezza di una vita terrena e da una realtà quotidiana che per nulla più gli appartengono e che forse per questo egli va ricercando, proteso verso azioni e propositi che paiono però solo infantili vaneggiamenti di chi non sa più come ritrovare il gusto di vivere senza annoiarsi, e aspira a diventare eroe per non saper trovare più uno scopo di fondo che possa giustificare una vita che ha ottenuto già troppo, ma sempre troppo poco.

 

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