Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Intenso e magnetico film di Audiard
In fuga dalla guerra civile che divampa nello Sri Lanka, un componente delle tigri Tamil, organizzazione paramilitare antigovernativa, decide di lasciare il paese. Ma per farlo ha bisogno di una famiglia, non importa che sia fittizia. Una giovane donna ed una bambina sono ciò che gli serve. I tre, lasciano il paese direzione Francia. Lì l'uomo riceve lo status di rifugiato politico ed un lavoro come custode in una sorta di banlieue. Ma il quartiere è in mano a gang che gestiscono il traffico di droga e che si fanno la guerra. Dhepaan, questo il nome dell'uomo, si troverà suo malgrado coinvolto: la vecchia tigre tornerà a ruggire.
L'identità , come nel" Profeta" , è un valore universale a cui gli uomini tendono per natura, un diritto da perseguire che significa sopravvivenza. Audiard, ispirandosi vagamente alle memorie del protagonista, trae un racconto fiume, senza soluzione di continuità, che è di fatto cronaca di un dramma consumatosi sotto gli occhi indifferenti del mondo, la guerra civile fra le etnie indiane Tamil e Singalese, vissuto attraverso gli occhi di un uomo che ha già perso tutto.
Come spesso accade è l ingenuità dei bambini che scardina ogni sovrastruttura o convenzione e apre una crepa nel più duro dei cuori, facendogli desiderare qualcosa di simile ad una famiglia, dunque qualcosa da proteggere a tutti i costi.
Recitato splendidamente , ' Dhepaan - una nuova vita", ha negli sguardi e nei silenzi dei due meravigliosi protagonisti tutto il dolore della tragedia, e sa descrivere con grande delicatezza il nascere di un sentimento fra estranei. Non solo colpisce per il realismo della messa in scena che diviene urgenza narrativa (e che riserva nell' incredibile ed ansiogeno epilogo più di un pezzo di bravura) , ma soprattutto il film, e con lui il regista , è cristallino negli intenti, non gli importa stupire con esagerazioni o colpi di sceneggiatura studiati ad hoc, no.
Solo la verità può spaventare così.
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