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Dheepan - Una nuova vita

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Dheepan - Una nuova vita

di steno79
8 stelle

Jacques Audiard è un regista che devo approfondire, poiché finora ho visto solo "De rouille et d'os" e questo "Dheepan". Premiato con una Palma d'oro dai fratelli Coen, non so se meritata fino in fondo perché secondo me "Mia madre" di Moretti era un film più emozionante, è comunque un'analisi svolta in termini rigorosi del fenomeno migratorio, della barbarie delle guerre civili, dei compromessi che spesso si accettano per sopravvivere. È un film bilingue, parlato in cingalese e in francese, una discesa agli inferi per il protagonista che da' il titolo all'opera, che scappa dallo Sri Lanka devastato dalle stragi verso il popolo Tamil, finge di avere una moglie e una figlia che non sono legate a lui in nessun modo, e scopre che nella banlieue parigina i conflitti etnici fra bande di spacciatori sono altrettanto funesti di quelli della sua patria da cui è fuggito. Uno schema da romanzo di formazione che si può godere come racconto al di la' delle notazioni sociologiche, un ritratto che appare veritiero dei conflitti razziali destinati spesso a degenerare nel sangue, e nel finale, che può anche lasciare perplessi, c'è una citazione diretta del capolavoro di Martin Scorsese "Taxi driver". Rispetto a quel film spartiacque di un'epoca, "Dheepan" ha qualche incertezza nel disegno dei personaggi e qualche pagina un po' scolorita nella sezione dove la finta moglie avvicina un francese appena uscito dal carcere, ma in compenso offre anche una regia nervosa e intensa, con passaggi allucinatori come il canto di Dheepan in cui si dispera sulle sorti del suo popolo, che da soli valgono il prezzo del biglietto. E la drammaturgia nel complesso è solida, sa affrontare un argomento di stretta attualità senza sensazionalismo e senza facili scorciatoie, mostrando la guerra delle banlieue con crudo realismo. Attori diretti con sensibilità e sobrietà, fra cui da citare almeno Dheepan e la moglie, di cui i veri nomi sono molto difficili, musiche scelte con grande aderenza alle immagini, un film scomodo ma utile, imperfetto ma rivelatore di ingiustizie sociali. Finale affrettato e poco plausibile? Ma l'aggiornamento alla situazione contemporanea del giustizialismo di Travis Bickle risulta inquietante, e comunque non gratuito. 

Voto 8/10

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Ultimi commenti

  1. amandagriss
    di amandagriss

    l'ho amato tanto, secondo me il regista francese è riuscito dove molti autori trattando la stessa tematica hanno, come dire, fallito nel senso che Audiard riesce a mantenersi sui binari del racconto cinematografico evitando di sfociare nella retorica sociale e di trasformare il suo film nel solito predicozzo sui temi scottanti della nostra attualità. Il finale l'ho trovato molto bello, secondo me giusto, amaro e tanto veritiero: ma davvero è possibile, ma davvero vogliamo tutti integrarci come il pensiero dominante impone o desideriamo, invece, starcene tra di noi (e non è un reato) con chi riconosciamo nostri simili? difficile realizzare un noir (dell'anima principalmente) scegliendo tale tematica, girato tra l'altro meravigliosamente...
    ciao!

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Antonella, avrai capito che concordo perfettamente con le tue parole... il film infatti è un racconto cinematografico che evita la retorica e le prediche come troppi altri hanno già fatto. Non riesco a capire il punto di vista dei delusi, considerando che è anche girato con un talento visivo innegabile. Grazie del passaggio e a presto

    2. Utente rimosso (marcopolo30)
      di Utente rimosso (marcopolo30)

      Per me resta questo uno dei migliori film europei degli utlimi anni e le tante critiche ricevute continuano a risultarmi inspiegabili. Audiard è evidentemente un autore che dice la sua a modo suo, e tal modo può cambiare di film in film (vedasi "Un sapore di ruggine ed ossa", ad esempio) e ci sta che questo deluda quelli che io definisco 'critici inscatolatori', quelli che hanno cioè bisogno di sapere a priori che film andranno a vedere solo leggendo il nome del regista. Cosa che nei cinefestival sfortunatamente domina.

      Il film di Moretti non ho ancora avuto modo di vederlo, ma la palma d'oro resta secondo me in mani dignitosissime. Resto inoltre convinto che se la Francia avesse candidato questo film agli Oscar dell'altr'anno al posto di "Mustang" (altro ottimo film ma che di francese ha solo i capitali e la residenza del regista) avrebbe avuto ottime chances di portare a casa la statuina.

      Bello infine il parallelo che tracci con "Taxi Driver", non ci avevo pensato ma effettivamente hai ragione.

      Un saluto,

      Marco

    3. steno79
      di steno79

      Grazie Marco! Anh'io non capisco certe reazioni negative che ci sono state verso questo film. Ognuno può avere il suo punto di vista ma il film di Audiard ha delle qualità che non è facile negare... sul confronto col film di Moretti, l'ho messo così tanto per ricordare la competizione a Cannes, ma logicamente ognuno è libero di preferire l'uno o l'altro. Ancora grazie per il commento

  2. laulilla
    di laulilla

    Questa Palma d'oro ha scandalizzato una parte considerevole dei critici francesi, compresi quelli dei prestigiosi Cahiers, sulle cui osservazioni mi ero soffermata al termine della mia recensione, qui:
    https://laulilla.wordpress.com/2015/10/27/dheepan/
    Sono andata a rileggerla e devo dire che sono ancora convinta di aver visto giusto, quanto alle motivazioni.
    Il film mi era sembrato un buon film, non all'altezza di Un sapore di ruggine e ossa e di Il profeta, che sono i due precedenti film che avevo visto e commentato sempre sul mio blog. Degli altri so poco, né so se sia possibile procurarsi ancora il DVD, ma potrebbe valere la pena.
    Un sapore di ruggine e ossa è fra i film francesi più belli degli ultimi anni, secondo il mio opinabilissimo parere! Ciao.

    1. steno79
      di steno79

      Ti ringrazio per il bel commento!! Sapevo che alcuni critici d'oltralpe avevano storto il naso come i Cahiers a mio parere a torto. Un sapore di ruggine e ossa l'ho visto e mi è ugualmente piaciuto, mentre mi manca Un profeta. Comunque sono d'accordo sull'efficacia delle immagini simboliche e metaforiche con cui Audiard ci racconta la storia. Ciao

  3. ezio
    di ezio

    non e' il miglior film del regista che preferisco,ma rimane un'opera da vedere....non ci piove.....grazie Stefano del tuo commento.

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Ezio, io non saprei dire se è il migliore di Audiard ma a me è sembrato comunque un film di spicco... devo vederne altri del regista, soprattutto Il profeta

    2. ezio
      di ezio

      IL PROFETA l'ho preferito di gran lunga....non c'e' gara...(ma e' una opinione puramente personale...)

  4. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Ho amato tantissimo questo film , in cui il regista ha toccato temi scottanti e dolorosi con un realismo tanto convincente quanto non troppo crudele.Troppo duro per me il Profeta. Straziante ma bellissimo e positivo un Sapore di ruggine e di ossa

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Anna, scusa se ti rispondo con molto ritardo ma in questi giorni stavo fuori e non ho potuto collegarmi al sito

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