Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
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Se si ha pazienza di passare la prima mezzora (che disorienta)poi il film si equilibra...e viaggia come un treno fino alla fine(c'e pure qualche bel nudo).Discreto,voto 6.5
commento di ezioCosa rimane, nel tempo, di una storia d’amore? Cosa rimane di se stessi? E’ proprio su questo che sembra interrogarsi Paul Dédalus (e con lui Arnaud Desplechin) mentre tenta di capire che cos’è che ha determinato il suo frustrante bisogno di cercare con una ostinazione caparbia e disperata, un troppo prolungato, solitario e volontario esilio.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792La triplice rimembranza scaturita dalla mente del personaggio principale – il cui nome parlante è umilmente sproporzionato (Paul Dédalus = piccolo labirinto, come lo Stephen di Joyce) – consente al regista un affresco psicosociale declinato in affollati racconti ebbri di parole, montati dal “solito” Laurence Briaud.
commento di Leo Maltin