Regia di Silvano Agosti vedi scheda film
A metà tra la poesia di Piavoli ed il naturalismo concreto di Olmi, "Uova di garofano" riesce a descrivere la crudezza della guerra con gli occhi di un bambino, tra un'infanzia a suo modo spensierata (nella cascina lombarda immersa nella natura, tra corse a piedi nudi, canti di uccelli e personaggi a metà tra realtà e legenda) ed il rombo che si avvicina di un conflitto che provocò anche una lunga lotta fratricida. A differenza di classici come "La notte di San Lorenzo" o "L'uomo che verrà", Agosti si dimostra quasi soave nel riuscire comunque a non scivolare nella cupezza estrema di quegli anni, pur descrivendo momenti crudi e drammatici. Cosi' anche qualche scorciatoia non impeccabile, come le diverse fasi annunciate dall'inno degli occupanti del momento, si può giustificare in un quadro d'insieme comunque efficace, grazie anche all'ottima interpretazione dei piccoli protagonisti. Emerge soprattutto il quadro di un'età vissuta pienamente, e solo in parte offuscata dalle nubi nere della guerra, con un rimpianto che il protagonista, ormai grande, ritroverà ripercorrendo i campi abbandonati e le case diroccate della sua infanzia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta