Regia di René Clément vedi scheda film
Mélancolie (Marlène Jobert) e' una giovane donna sposata con un pilota dell'Air France. Una sera, in assenza del marito, viene sequestrata in casa propria da un maniaco e violentata. I ruoli si invertono e Mélancolie riesce ad uccidere il suo stupratore con un fucile da caccia. Ma anziché denunciare il fatto alla polizia, la ragazza decide di occultare il cadavere. Il giorno dopo la donna conosce un americano, Harry Dobbs (Charles Bronson) un individuo ambiguo che sembra sapere molte cose sull'accaduto. Non ho mai provato una gran simpatia per il cinema transalpino (lo avevo già specificato più di una volta) per via dei suoi ritmi eccessivamente lenti, ma probabilmente anche per un'antipatia a pelle che provo per il paese in questione. Devo però dire che L'UOMO VENUTO DALLA PIOGGIA e' un giallo decisamente intrigante, che una volta iniziato a vedere, si vuole sapere a tutti i costi come va a finire. Nonostante i ritmi siano quelli che ho già specificato sopra, uniti a una durata non indifferente, la pellicola diretta da Rene' Clément e' caratterizzata dall'ottimo scavo psicologico della protagonista, interpretata impeccabilmente dalla bellissima Marlène Jobert, una ragazza vittima di un trauma infantile (sorprese la madre a letto con un altro), abbandonata dal padre e moglie di un marito geloso, maschilista e infedele. Non sfigura assolutamente neanche Charles Bronson, non certo un grande attore, ma dotato di un carisma e una grinta non indifferenti, uniti ad una fisionomia e a un fascino unici, nonostante il suo sia un personaggio che si sforzi di essere ambiguo, ma in realtà si percepisce (quasi) subito la sua positività'. Film dalla trama ingarbugliata che sembra si diverta a spiazzare e confondere lo spettatore, ma che risulta al tempo stesso affascinante. Efficace anche la descrizione della tranquilla e sonnolenta provincia francese. Pellicola poco conosciuta e da rivalutare.
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